Corsi e ricorsi storici prima di un derby che si giocherà sul prato del 'Meazza' il 9 febbraio, alle ore 20.45. Sarà la 22esima volta che Inter e Milan si trovano avversarie nel secondo mese dell'anno, nei 21 precedenti di febbraio tra cui 20 in campionato ed 1 in Coppa Italia, c'è un lieve vantaggio rossonero con 7 vittorie contro le 6 dei 'cugini' ed 8 pareggi. C'è un precedente diretto (lo stesso giorno) vecchio di 79 anni, ma per gli appassionati di corsi e ricorsi storici è un derby molto celebre: fu il giorno in cui 'Peppin' Meazza fece un 'dispetto' a quella metà calcistica meneghina che lo aveva amato, celebrato ed idolatrato.

Tempi di guerra e 'terremoti' calcistici

Siamo nell'autunno del 1940, l'Italia fascista è già scesa in guerra da qualche mese al fianco di Germania e Giappone quando a Milano accade un 'terremoto' di natura calcistica. L'Ambrosiana Inter si è fregiata da poco del suo quinto scudetto al termine della stagione 1939/40 e lo ha fatto senza il suo campione più rappresentativo. Giuseppe Meazza era già a mezzo servizio dalla stagione ancora precedente, a fermarlo è stato il famoso 'piede gelato' (un'occlusione dei vasi sanguigni al piede sinistro) che lo terrà lontano dai campi di gioco per oltre un anno. La dirigenza nerazzurra non crede più al suo recupero, del resto è un giocatore che già oltrepassato la trentina.

Meazza accetta dunque l'offerta del Milan (che all'epoca si chiamava Milano per ragioni di regime) tra lo sconforto dei tifosi nerazzurri che dovranno vedere il loro vecchio beniamino con la maglia dei mai amati 'cugini'. Dunque nell'autunno del 1940 il 'Balilla' più famoso d'Italia torna in campo per prendersi le sue rivincite: dopo quasi 400 partite e oltre 280 gol in nerazzurro, riparte dall'altra sponda del capoluogo lombardo.

Il derby del 9 febbraio 1941

In realtà la valutazione dei dirigenti nerazzurri non si rivelerà errata: Meazza non vivrà mai una seconda giovinezza calcistica, ma in quel 9 febbraio del 1941 darà un immenso dispiacere alla sua gente, perché nonostante il 'tradimento', il suo nome resterà per sempre legato a doppio filo alla storia interista.

Quel giorno all'Arena Civica si gioca dunque il derby, Ambrosiana contro Milano: i nerazzurri giocano certamente meglio e concretizzano la loro superiorità al 21' con Frossi che approfitta di un'uscita a vuoto del portiere rossonero Micheloni. Nell'azione del gol, però, la celebre ala 'occhialuta' si fa male ed è costretta ad uscire, i nerazzurri restano in dieci considerato che all'epoca non erano previste le sostituzioni. Tuttavia al 40' l'Ambrosiana raddoppia grazie ad un altro pasticcio di Micheloni che 'buca' ancora l'uscita: ne approfitta Candiani che indirizza il pallone in porta, quest'ultimo s'insacca con la deviazione decisiva del rossonero Boniforti. Match finito? Tutt'altro: nel secondo tempo il Milan riapre la contesa con il gol di Cappello sugli sviluppi di un corner.

Il vantaggio nerazzurro regge fino a 7' dal termine, nel frattempo i rossoneri hanno anche fallito un rigore con lo stesso Cappello. Al minuto 83, infatti, su un rovesciamento di fronte Menti serve Cappello che arriva fin quasi sul fondo e crossa al centro dove è appostato Meazza, fino a quel momento quasi impalpabile: per il maturo attaccante, lasciato colpevolmente solo dalla difesa interista, è un gioco da ragazzi insaccare il pallone del 2-2, risultato con il quale si concluderà la partita. Curiosità statistica: si trattò del suo 13° ed ultimo gol nella stracittadina, 12 li aveva realizzati in nerazzurro.

Meazza si farà perdonare salvando l'Inter

Il gol nel derby del '41 darà a Meazza l'unico momento di gloria della sua parentesi al Milan.

Il fuoriclasse due volte campione del mondo vestirà anche la casacca bianconera della Juventus in un 'campionato di guerra' nella stagione 1942/43. Sarebbe tornato al club che lo aveva lanciato alla fine degli anni '20 in una delle stagioni più travagliate della storia interista, campionato 1946/47 in cui la squadra si trova invischiata nelle zone di bassa classifica: nel suo doppio ruolo di allenatore-giocatore traghetterà i nerazzurri verso un tranquillo decimo posto.