La situazione che sta vivendo l'Italia in queste settimane è sicuramente critica. La salute viene prima di ogni altra cosa e purtroppo il numero di morti rimane sempre molto elevato ogni giorno a causa della diffusione del Covid-19 e naturalmente tutti gli altri aspetti vengono in secondo piano. Tra le principali 'aziende' che in queste settimane si stanno interrogando sul da farsi c'è anche il mondo del calcio.

Nella serata di domenica 29 marzo, c'è stata una presa di posizione forte di Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana calciatori.

Damiano Tommasi: 'C'è già da porsi il problema della chiusura della stagione anche dal punto di vista formale'

Tommasi ha parlato alla vigilia dell'incontro, programmato per lunedì 30 marzo tra l'Associazione Italiana Calciatori che presiede e la Lega Calcio.

Per Tommasi l'incontro arriva in un momento in cui gli elementi sul tavolo sono in continuo mutamento: in particolare dopo le parole del ministro dello Sport Spadafora, esiste la preoccupazione che i campionati si chiudano qui.

Spadafora, in una intervista a Repubblica, aveva infatti sostanzialmente dichiarato che riprendere il campionato il 3 maggio è irreale e proporrà per tutto aprile il blocco di tutte le competizioni di ogni ordine e grado. A questo punto, sottolinea Tommasi: "La preoccupazione che si chiudano qui i campionati c'è: occorre dunque porsi il problema della chiusura della stagione da un punto di vista sportivo, dei contratti, insomma formale".

Il presidente dell'Associazione dei Calciatori, come riportato dall'Ansa, è intervenuto anche sulla situazione della Juventus che ha trovato un accordo coi propri giocatori per il taglio degli stipendi.

E non si è detto sorpreso. Tommasi ha evidenziato che il sindacato sapeva tutto e non si sente delegittimato in nessun modo, visto che Giorgio Chiellini è anche un consigliere Aic.

Tommasi ha evidenziato che, nei casi in cui non ci sono contenziosi, l'Aic non interviene, se una certa situazione va bene a club e giocatori non c'è necessità.

Il presidente Aia Nicchi: 'Non possiamo mandare arbitri a rischiare la vita'

Intanto c'è da registrare anche la posizione di Marcello Nicchi, presidente dell'Associazione Italiana Arbitri.

Nicchi ha parlato, ovviamente, dell'emergenza sanitaria che caratterizza il Paese ed a Radio Sportiva ha evidenziato come ora, prima di parlare di calcio e di prospettive a medio e lungo termine, occorra guardare tutti insieme alla battaglia che si sta portando avanti contro Covid-19.

Gli arbitri, come sempre, rispetteranno le disposizioni del Governo e le direttive federali.

Nicchi ha sottolineato però che gli arbitri sono pronti a ripartire nel caso questa sia la decisione ma precisando che: "non possiamo mandare arbitri a rischiare la vita".