Una straordinaria cavalcata, tra le più incredibili nella storia del calcio italiano. Una squadra perfetta in ogni reparto, un'orchestra che aveva come direttore Giovanni Trapattoni, il quale da calciatore aveva vinto tutto con la maglia del Milan mentre da allenatore si era preso la soddisfazione di portare la Juventus in cima all'Europa e dal mondo. Anche nella metà nerazzurra di Milano, il 'Trap' si prese il lusso di vincere un campionato che consegnò la sua squadra alla mitologia calcistica alla voce 'Inter dei record'. Quell'impresa della stagione 1988/89 rivive oggi nella programmazione di Rai Sport, a partire dalle ore 19:00 in uno speciale da 150', 'Dedicato a...

l'Inter dei record'.

Una cavalcata trionfale nata da una rocambolesca sconfitta

Dopo una stagione deludente, il presidente Ernesto Pellegrini non aveva badato a spese nell'estate del 1988 per costruire una squadra in grado di regalare alla Milano nerazzurra uno scudetto che mancava dal 1980, pochi mesi prima i tifosi dell'Inter avevano dovuto 'ingoiare' il trionfo in campionato del primo Milan di Arrigo Sacchi. La dirigenza nerazzurra cerca un leader, un uomo vincente in mezzo al campo che viene individuato in Lothar Matthäus ed insieme a lui dal Bayern arriva anche Andy Brehme. Quest'ultimo, che la stampa definisce quasi una 'ruota di scorta', sarà invece una delle armi più micidiali di quella squadra.

Pellegrini si assicura anche le prestazioni dell'algerino Rabah Madjer, poi però 'tagliato' alle visite mediche per un problema fisico. Al posto del 'tacco di Allah' viene preso in prestito dalla Fiorentina l'attaccante argentino Ramon Diaz. Completano la squadra due giocatori giovani e molto contesi sul mercato che i nerazzurri si aggiudicano a suon di miliardi, l'ala destra Alessandro Bianchi e il centrocampista dal passo esplosivo Nicola Berti.

Confermati pochi punti fermi, Zenga tra i pali oltre a Bergomi, Beppe Baresi e Ferri in difesa, mentre Mandorlini viene lanciato nel ruolo inedito di libero. In attacco c'è Aldo Serena, tutto questo per dimenticare che 'Spillo' Altobelli è appena passato alla Juventus. Tuttavia l'Inter non sempre convince nel pre-campionato e le prime polemiche insorgono in Coppa Italia, quando i nerazzurri escono precocemente di scena ad opera della Fiorentina che vince il confronto diretto in un'inedita seconda fase a gironi del torneo con un rocambolesco 3-4 sul neutro di Piacenza.

Trapattoni comprende dopo quella partita che la sua Inter ha bisogno di ritocchi in corso d'opera: sposterà Brehme sulla corsia esterna sinistra in difesa a discapito di Beppe Baresi inserendo a centrocampo Gianfranco Matteoli.

Il bolide nerazzurro

Il campionato 1988/89 parte ad ottobre, in ritardo causa i Giochi Olimpici di Seul disputati nel mese di settembre. Un bolide imprendibile quello nerazzurro che inanella 4 vittorie ed 1 pari nelle prime cinque partite ed è già in testa da sola con un punto di vantaggio sul Milan. A dare il via alla fuga sono le due vittorie di fila contro Roma e Sampdoria al 'Meazza': l'inserimento di Brehme sulla sinistra, continuità e solidità al servizio della causa oltre a tanti cross con il contagiri per la 'testina d'oro' di Serena e l'estro di Matteoli in mezzo al campo hanno reso la squadra armonica e, soprattutto, con tante varianti di gioco che la trasformando in imprevedibile e letale per qualunque avversaria.

Complice anche una clamorosa sconfitta casalinga dei Milan con l'Atalanta, l'Inter passa a Como ed allunga in classifica. Alla nona giornata, nonostante le scorie di un'incredibile eliminazione in Coppa Uefa ad opera del Bayern, la squadra di Trapattoni vince anche il derby ed i punti di vantaggio sui cugini sono addirittura 7, un solco larghissimo se consideriamo che allora la vittoria valeva due punti. L'unica squadra che sembra reggere il passo dei nerazzurri è il Napoli di Maradona ed all'ultima partita del girone i partenopei battono in casa il Como e giungono ad un solo punto dall'Inter dopo la prima sconfitta in campionato dei nerazzurri: arriva dalla Fiorentina, strano ma vero con l'identico punteggio della gara di Coppa Italia, 4-3 stavolta casalingo in favore dei viola.

L'Inter non perde più un colpo

Campionato riaperto? Sulla carta si, ma l'Inter del girone di ritorno sarà ancora più travolgente: Matthäus, Berti e compagni dopo il giro di boa mettono in fila 8 vittorie che spezzeranno qualunque velleità avversaria. Il Napoli non riesce ad approfittare nemmeno del rallentamento tra la 26^ e la 27^ giornata quando i nerazzurri pareggiano le gare contro Milan e Juventus, la marcia riprende poco dopo e quando le duellanti si ritrovano di fronte a Milano il 28 maggio 1989, la capolista ha ben 7 punti di margine che diventerebbero 9 in caso di vittoria garantendo la conquista dello scudetto con ben quattro turni d'anticipo: sarà 2-1 per l'Inter, in rimonta, gol-scudetto segnato da Matthäus con un bolide su calcio di punizione.

Nelle restanti quattro partite i ragazzi di Trapattoni totalizzeranno tre vittorie e una sconfitta, la seconda del campionato sul campo del Torino. Alla fine della stagione raccoglieranno 58 punti in 34 partite, record assoluto nei campionati a 18 squadre con un ruolino di marcia di 26 vittorie, 6 pareggi e 2 sconfitte, miglior attacco del campionato con 67 gol e miglior difesa con solo 19 reti al passivo, 11 punti di vantaggio sul Napoli secondo in classifica e Serena capocannoniere con 22 gol.

La programmazione di Rai Sport del 28 marzo

Si tratta di un sabato molto ricco di eventi dei passato che vengono riproposti da Rai Sport, una programmazione certamente molto apprezzata dagli sportivi in questo momento di astinenza forzata.

Alle 18:35, per la rubrica 'Perle di Sport', vengono ricordati i due scudetti del Napoli legati al nome di Diego Maradona nelle stagioni 1986/87 e 1989/90. Alle 19:00, come già ampiamente descritto, lo speciale sull'Inter dei record. Mentre alle 21.30 per tutti gli appassionati di Formula 1 viene rimembrato il primo titolo mondiale vinto da Nelson Piquet nel 1981.

Infine alle 21.55 un'altra gara storica della nazionale italiana, quella contro la Polonia ai Mondiali tedeschi del 1974: si tratta di un ricordo amaro, considerato che i polacchi ci sconfissero 2-1 eliminandoci dalla kermesse iridata già al primo turno.