Strano il destino di 'Spillo'. Quando si fanno le Top 11 'all times' dell'Inter viene spesso ignorato. Accade perché nel ruolo di centravanti sono tanti i campioni che hanno vestito la maglia nerazzurra: citando gli attaccanti di epoche più recenti viene inserito Ronaldo perché parliamo ovviamente di un vero 'fenomeno', oppure Milito che con i suoi gol fu decisivo in quella che, a tutti gli effetti, è la stagione più vincente della storia dell'Inter. Qualcuno più maturo mette il 9 sulle spalle di Roberto Boninsegna o di Sandro Mazzola che iniziò la carriera da attaccante, ma Alessandro Altobelli cade nel dimenticatoio salvo per chi lo ha vissuto e se lo ricorda bene.

Un attaccante completo, tecnicamente dotato e con un innato fiuto del gol, uno che segnava in tutti i modi e come testimonianza reale ci sono le cifre: sono 209 i suoi gol in maglia nerazzurra, davanti a lui c'è soltanto il mitico Giuseppe Meazza, reti realizzate in un periodo di difese arcigne, di rigide marcature a uomo dove si segnava molto meno rispetto alle epoche precedenti ed anche nel raffronto con quella attuale. 'Spillo' lo ha ricordato con orgoglio nel corso di una diretta Instagram con il portale calciobresciano.it.

'Le statistiche non sono mai state una mia ossessione'

Tra gli spunti curiosi dell'intervista rilasciata via social da Altobelli c'è innanzitutto la sua 'pacata esultanza', non si ricordano infatti gesti clamorosi le volte in cui festeggiava un gol appena realizzato.

Lui ci scherza su: "Ho fatto 300 gol, se per ognuno dovevo fare mezzo giro di campo come gli altri avrei smesso di giocare almeno 5 anni prima". Relativamente al campionato di Serie A con la maglia dell'Inter ha segnato 128 gol, ma non è mai riuscito a vincere la classifica marcatori arrivando tre volte secondo. "Sinceramente le statistiche non erano una mia ossessione, io preferivo pensare alla squadra ed è questo il motivo per cui, spesso, lasciavo i rigori ai miei compagni".

Nella circostanza di un match contro l'Avellino, però, rimase celebre uno 'schiaffetto' ad Hansi Muller, 'reo' di non avergli passato il pallone. "Ammetto che in quella circostanza mi arrabbiai, sembrava facesse di tutto per non passarmi palla. Ma sono cose che in campo possono capitare, tra me e lui non c'erano problemi, eravamo amici".

Un attaccante non 'ossessionato' dal gol che lavorava molto per la squadra, ma di gol ne ha fatti davvero tanti. Altobelli si consente un legittimo scatto di orgoglio quando afferma "non dobbiamo dimenticare che sono il secondo marcatore della storia dell'Inter dietro Meazza ed è una grande soddisfazione perché la maglia nerazzurra l'hanno indossata grandissimi attaccanti, prima e dopo di me".

Altobelli e la nazionale

Altobelli è tra i calciatori che hanno avuto la soddisfazione di realizzare un gol in finale dei Mondiali, nella magica notte di Madrid dell'11 luglio 1982 che laureò l'Italia di Enzo Berzot campione del mondo, battendo 3-1 la Germania Ovest. 'Spillo' realizzò la rete del 3-0, un gran bel colpo per lui che in quel match era partito dalla panchina, ma fu poi chiamato in campo per l'infortunio a Graziani.

"Graziani non era al top e il nostro massaggiatore mi aveva detto di tenermi pronto - ricorda - e così quando lo vidi accasciarsi a terra scattai subito in piedi senza dare a Bearzot il tempo di pensare: in pratica ero già dentro". Altobelli che, a parte il gol del Bernabeu, ha segnato tanto anche con la maglia azzurra: 25 reti in 61 partite. "Non mi hanno contato dei gol in un'amichevole della nazionale", sottolinea lui rivendicando qualche marcatura in più ed il riferimento è alla tripletta realizzata contro il Guatemala (4-0 il risultato finale) in un'amichevole però non ufficiale e, dunque, considerata una partitella d'allenamento nell'ambito della preparazione per i Mondiali messicani del 1986.

'Spillo' che ha giocato due Mondiali e due Europei. "Dopo i Mondiali del 1986 volevo lasciare l'azzurro, ma Vicini mi convinse a restare durante una chiacchierata in un bar di Brescia Due. Vedeva in me una figura di riferimento". Altobelli lascerà la nazionale dopo gli Europei del 1988 e realizzerà il suo ultimo gol in maglia azzurra contro la Danimarca proprio nella kermesse continentale.