Si può avere il dente avvelenato per quasi cinquant'anni per qualcosa accaduta sul campo? Probabilmente sì, se ti chiami Rainer Bonhof ed hai vissuto ciò che non era mai accaduto e che ha visto cancellare in altre sedi un risultato trionfale. La "partita della lattina" torna dunque d'attualità e non potrebbe essere altrimenti se a sfidarsi sono l'Inter e il Borussia Mönchengladbach. Le due squadre si affronteranno nella serata del 21 ottobre a San Siro nel primo match della fase a gironi di Champions League e la "lattina" torna prepotentemente d'attualità anche perché oggi, tra l'altro, ricorre il 49° anniversario: era infatti il 20 ottobre del 1971 quando i nerazzurri si trovarono di fronte per la prima volta la squadra tedesca, quasi sconosciuta al grande calcio, nel secondo turno di Coppa dei Campioni.

Bonhof aveva appena 19 anni ed era già titolare del Borussia, centrocampista dotato di grande talento che lo porterà a essere anche un perno della nazionale tedesca occidentale campione del mondo nel 1974. Il suo ricordo è vivido, quello del Gladbach che trascinato da Heynckes, Le Fevre e Netzer travolge l'Inter in casa con un incredibile 7-1. Inter che dalla mezz'ora del primo tempo ha dovuto rinunciare a Boninsegna, colpito alla nuca da una lattina di Coca Cola piovuta dagli spalti e impossibilitato a proseguire il match.

L'episodio porterà la dirigenza nerazzurra a presentare reclamo all'Uefa: sarà accolto grazie anche al talento legale di Peppino Prisco, il pesante passivo è annullato e si riparte a campi invertiti. L'andata si gioca a Milano con i nerazzurri che vinceranno 4-2 resistendo poi agli assalti dei tedeschi sul neutro di Berlino (con il giovanissimo Bordon che para anche un calcio di rigore a Sieloff, ndr), impattando 0-0 e passando il turno.

Intervistato dalla Bild, Rainer Bonhof evidenzia che ricorderà per sempre quanto accaduto e di essere anche incapace di perdonare gli autori di quella che lui considera un'ingiustizia.

'Un trauma ancora presente'

L'intervista della Bild punta ovviamente a presentare la partita di domani sera, ma il riferimento alla lattina è inevitabile. "Quel trauma è ancora presente - dice l'ex centrocampista - e mentirei se dicessi il contrario. Resterà così per tutta la mia vita". La versione del Borussia, del resto, è sempre stata quella di una "sceneggiata" da parte dell'attaccante interista, secondo i giocatori tedeschi venne lanciata in effetti una lattina dagli spalti, ma era vuota e accartocciata. Roberto Boninsegna, in tutte le interviste rilasciate sull'episodio, ha sempre affermato di aver perso conoscenza per il durissimo colpo subito, l'Uefa accoglierà comunque la versione dell'Inter annullando il risultato del campo.

Secondo il Gladbach fu una messinscena di staff medico e dirigenza dell'Inter per ottenere la vittoria a tavolino. "Quanto accaduto all'epoca fu oltraggioso - aggiunge Bonhof - e non lo perdonerò mai all'Inter. L'Uefa ha cancellato quel risultato dalle statistiche ufficiali, un motivo in più per ricordarlo sempre".

'Sappiamo giocare bene a calcio: questa è l'unica chance contro l'Inter'

Rainer Bonhof ferma il nastro dei ricordi, per lui non felici, e torna al presente concentrandosi sulla partita che per il Borussia è molto importante. Massimo rispetto per l'Inter di oggi: "Squadra forte e competitiva a livello internazionale, gente come Lukaku, Vidal, Eriksen e Sanchez è conosciuta in ogni parte del mondo. Noi dobbiamo giocare in modo tale che, poi, anche i nostri vengano conosciuti così tanto. L'Inter è forte, ma noi sappiamo giocare bene a calcio: è l'unica chance che abbiamo".