In queste settimane la Juventus è al centro della ribalta per il "caso plusvalenze" (per il quale la Corte Federale d'appello ha comminato ai bianconeri 15 punti di penalizzazione, in attesa del ricorso al Collegio di Garanzia del Coni) e per quello sulla "manovra stipendi", ancora non valutato con alcuna decisione da parte della Figc.
A intervenire recentemente sull'argomento è stato anche Ivan Zazzaroni: ospite alla trasmissione tv Pressing, in onda sui canali Mediaset, il giornalista sportivo ha parlato di aver percepito un'aria pesante per la società bianconera anche confrontandosi con dei presidenti di società di calcio e politici.
Zazzaroni ha parlato dell'ulteriore penalizzazione che potrebbe ricevere la Juventus
'Se la Juve è ritenuta colpevole, deve pagare. Ma dal 2006 dal post Calciopoli il calcio è cambiato. Nel 2023 siamo messi malissimo, se il 35% del target del calcio italiano finisce in Serie B le cose vanno male', sono queste le dichiarazioni di Ivan Zazzaroni a Pressing.
Il giornalista direttore del Corriere dello Sport ha poi aggiunto: 'Parlando con presidenti e gente della politica sento un'aria pesante, probabilmente la Juve subirà un'altra penalizzazione'.
Infine Zazzaroni ha affermato: 'Probabilmente la Juve subirà un'altra penalizzazione, ma temo l'ennesima botta nei confronti di questo calcio, che è diretto malissimo'.
I procedimenti sulla Juventus: dal 'caso plusvalenze fittizie' alla 'manovra stipendi'
Relativamente al "caso plusvalenze fittizie" come annunciato, a breve la Juventus avanzerà il proprio ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, per ottenere l'annullamento della sanzione del 20 gennaio da parte della Corte Federale d'Appello che ha inflitto ai bianconeri 15 punti di penalizzazione nell'attuale classifica di Serie A.
Il Collegio di Garanzia dello Sport non ha il potere di modificare la sentenza, pertanto essa verrà o annullata del tutto oppure confermata in toto.
Nel frattempo prosegue però anche un secondo filone d'inchiesta, quello sulla cosiddetta "manovra stipendi" attuata nel 2020 nel periodo in cui il calcio era fermo durante la fase più acuta della pandemia.
Tale questione ancora non è stata valutata formalmente dalle autorità competenti, che potrebbero esprimersi in merito nel corso delle prossime settimane, anche se attualmente non ci sono certezze in merito ai tempi.