La Juventus ha presentato un ricorso al Coni dettagliato e ricco di contestazioni nei confronti della decisione della Corte Federale d'Appello di sanzionare i bianconeri con 15 punti di penalizzazione per il caso plusvalenze. Tanti gli aspetti su cui ha lavorato la difesa della Juventus, come scrive La Gazzetta dello Sport, uno su tutti l'accusa dell'alterazione del risultato sportivo grazie alle plusvalenze finanziarie. Come si legge sul documento della società bianconera le plusvalenze cosiddette a specchio porterebbero vantaggio solo dal punto di vista finanziario ma non di disponibilità economica.

I ricavi da plusvalenze fittizie realizzate negli anni sotto indagine della Giustizia Sportiva sono il 3,6% di quelli totali ovvero 60 milioni di euro rispetto ai 1,475 milioni di euro registrati dalla società bianconera.

Va ricordato che nella sentenza depositata dal giudice sportivo si legge però come "i nuovi documenti disvelano l’assenza di un qualunque metodo di valutazione delle operazioni di scambio e, invece, la presenza di un sistema fraudolento in partenza (quanto meno sul piano sportivo)".

La Juventus contesta l'accusa sulla presunta alterazione del risulta sportivo

'L'accusa di alterazione del risultato sportivo tramite le plusvalenze finanziarie è infondata e palesemente estranea ai capi d'imputazione'.

Questa una parte del documento presentato dalla Juventus come ricorso al Collegio di Garanzia del Coni sulla penalizzazione di 15 punti dovuta al caso plusvalenze e decisa dalla Corte Federale d'Appello. L'infondatezza dell'accusa, come sostiene la società bianconera, deriva dal fatto che le plusvalenze cosiddette a specchio non portano liquidità ma solo vantaggi dal punto di vista finanziario.

Di conseguenza gli investimenti sul mercato non sarebbero dipesi dai ricavi derivanti dalle plusvalenze finanziarie ma da altre somme, arrivati evidentemente grazie a due aumenti di capitale effettuati dalla Juventus nelle stagioni sotto indagine da 700 milioni di euro. Un'altra contestazione su cui poggia la difesa bianconera è il fatto che la corte federale di appello avrebbe utilizzato elementi probatori dell'inchiesta penale per creare in realtà un illecito nuovo a carico dei deferiti.

Nuove accuse che, a detta della società bianconera, avrebbero violato il principio del giusto processo e del diritto di difesa.

Il principio del giusto processo

Il principio del giusto processo si poggia su diversi aspetti, in primis sul tempo necessario perché l'accusato possa approntare la propria difesa. Altro aspetto importante è il diritto al contraddittorio fra le parti oltre a quello della parità tra accusa e difesa davanti a un giudice indipendente e imparziale. Infine un altro diritto garantito dal principio del giusto processo è quello di una durata ragionevole. A parlare del ricorso al Collegio di Garanzia del Coni da parte della società bianconera sono stati diversi addetti ai lavori.

Uno su tutti è Michele Criscitiello, che ha sottolineato come la Juventus abbia una buona possibilità di vincerlo. Si parla anche di possibile rimando alla Corte Federale d'Appello, in tal caso ad esempio la penalizzazione potrebbe essere diminuita a -10 o a -5 punti rispetto ai -15 punti attuali scontati in campionato.