La Juventus è riuscita a scongiurare ufficialmente l'eventualità di andare a processo il 15 giugno: il Tribunale federale nazionale ha infatti accettato la proposta di patteggiamento.

Alla Juve andrà una maximulta di 718mila euro.

Il Tribunale federale ha accettato la proposta di patteggiamento

Il Tribunale federale nazionale ha ufficialmente accettato il patteggiamento nel caso della "manovra stipendi", ponendo così fine alle accuse contro diversi dirigenti, tra cui Agnelli, Paratici, Cherubini, Nedved, Manna, Morganti, Braghin e Gabasio. I deferimenti contro di loro, che la Procura FIGC aveva mosso inizialmente il 19 maggio per la presunta violazione dell'art.

4.1, sono stati ritirati grazie all'accordo raggiunto tra l'accusa, guidata da Chinè, e la difesa, rappresentata dal pool di legali guidato dall'avvocato Bellacosa.

L'intesa è stata formalizzata in base all'art. 127 del codice, che consente il patteggiamento "post deferimento". Se l'accordo fosse stato raggiunto prima della notifica di Chinè, sarebbe stato necessario ottenere l'approvazione del presidente Gravina e avviare la "via politica".

Con l'accettazione del patteggiamento, la Juventus può ora concentrarsi sul futuro e sulla strategia del club senza ulteriori implicazioni legali. Questo rappresenta un passo avanti per la squadra e i suoi dirigenti, che possono mettere alle spalle la turbolenza legale e concentrarsi sulle sfide sportive che li attendono.

Le dichiarazioni di Francesco Calvo prima di Juventus Milan

Francesco Calvo, Chief Football Officer del club, ha dichiarato poco prima della partita tra Juventus e Milan: "Siamo stati penalizzati ingiustamente e riteniamo che non ci sia proporzione, ma ormai è acqua passata. È definitiva".

Questa metafora "acqua passata" si è rivelata profetica e Calvo l'ha utilizzata per anticipare il cambio di rotta imminente rispetto alla precedente volontà di difendersi "fino alla fine" a qualsiasi costo.

La frase di Calvo, che molti avevano interpretato come una resa, nascondeva invece un altro significato: la volontà di chiudere rapidamente l'intera vicenda.

Il patteggiamento non è stata una decisione semplice per la Juventus

Inizialmente, quando i deferimenti erano stati notificati il 19 maggio, sembrava che il club si preparasse a una dura battaglia legale.

Tuttavia, l'intesa tra la procura federale e la difesa ha cambiato il corso degli eventi. Il patteggiamento ha evitato un processo prolungato e costoso, consentendo alla Juventus di chiudere rapidamente la partita legale.

Le accuse che pendevano sui dirigenti della Juventus erano di grave portata. Si ipotizzavano violazioni dell'art. 4.1, che riguarda le norme sulle manovre stipendi, i rapporti con gli agenti e le presunte partnership con altri club. Tuttavia l'accordo raggiunto ha ridotto la portata delle accuse, consentendo alla Juventus di evitare ulteriori conseguenze legali.

La decisione di proporre il patteggiamento e accettare contestualmente le eventuali penalità che ne sarebbero seguite non è stata presa alla leggera da parte della Juventus.

Il club ha valutato attentamente i rischi e i benefici di continuare la battaglia legale e ha concluso che era nell'interesse del club porre fine alla questione. Con un'ammenda di 718.000 euro, la Juventus ha accettato di pagare una sanzione significativa, ma considerevolmente inferiore rispetto alle possibili conseguenze che avrebbe potuto affrontare nel processo.

Nonostante l'accettazione del patteggiamento, la Juventus mantiene i 10 punti di penalizzazione per le plusvalenze. Questa penalizzazione ha avuto un impatto significativo sulla stagione calcistica del club, ma con l'accordo raggiunto, la squadra può ora concentrarsi sul tentativo di raggiungere i propri obiettivi sportivi senza ulteriori impedimenti derivanti dal processo legale.