La vicenda che riguarda il Trapani Calcio e il Libero Consorzio Comunale di Trapani assume contorni davvero delicati: l’ente ha infatti notificato al club un credito di 111.299 euro relativo a consumi di luce e gas non saldati presso lo storico impianto dello Stadio Provinciale. Dal canto suo, il patron del Trapani Calcio, Valerio Antonini ha risposto in una lettera lunga cinque pagine in cui vengono accusati gli enti pubblici di "tentata truffa" e "indebito arricchimento" e promette di agire per vie legali in una causa dal totale di 5 milioni di euro.
Mentre il club da tempo è in attesa di una concessione pluriennale dell’impianto per potersi stabilizzare e pianificare investimenti, è emersa l’ipotesi che anche l’accordo attualmente in vigore possa essere messo in discussione, con seri riflessi sulla continuità della gestione e sulla programmazione societaria.
La somma richiamata dall’ex Provincia mette dunque in evidenza un problema ambientale, economico e amministrativo allo stesso tempo: da un lato vi è il versante infrastrutturale dello stadio – la cui disponibilità è cruciale per la squadra –, dall’altro un conflitto di responsabilità sulle utenze e sulla sostenibilità finanziaria dell’attività del club. Il rischio è che, in assenza di un accordo chiaro e duraturo, il Trapani si trovi a gestire un impianto in bilico e a dover affrontare emergenze immediate piuttosto che concentrarsi esclusivamente sull’attività sportiva.
Le parole del presidente Antonini: battaglia aperta
Sul fronte del club, il presidente Valerio Antonini non si è nascosto dietro a mezze misure. In un durissimo passaggio destinato a non passare inosservato, ha dichiarato: “Sto valutando seriamente di chiudere bottega e andarmene. Non è il posto giusto dove fare imprenditoria seria e sport ad alto livello. Mi rimborseranno fino all’ultimo centesimo nelle sedi opportune”. Con questa affermazione Antonini ha lanciato un segnale forte verso la controparte e verso l’ambiente più in generale: il club non intende accettare passivamente l’accumulo di costi che ritiene non siano di propria competenza.
La posizione espressa dal presidente mette in luce il disagio di chi, a suo dire, vorrebbe poter operare in condizioni più stabili, trasparenti e programmate.
Il riferimento all’imprenditoria seria e sport ad alto livello lascia intendere una richiesta di mutamento strutturale nella gestione dell’impianto e nelle relazioni con l’ente pubblico. Al contempo, la ferma intenzione di chiedere il rimborso nelle sedi opportune rivela che il Trapani è pronto a far valere i propri diritti anche attraverso vie legali, se necessario. In un quadro già complesso, la posta in gioco sembra essere molto più ampia del semplice saldo delle utenze: è una questione di credibilità, sostenibilità e visione futura del progetto sportivo.
Intanto, la squadra annaspa in Serie C. Infatti il Trapani, nonostante le premesse di inizio stagione, non sfonda in Serie C. A causa anche della penalizzazione di 8 punti, la squadra è ferma a 14 punti a metà classifica, al momento fuori dai play off.