La Tasi rischia di essere un caos, sia per quel che riguarda pagamento, calcolo, detrazioni e aliquote. Entro il 16 giugno va pagata la prima rata di acconto ma l'incertezza regna sovrana anche dopo che venerdì le Commissioni Finanze e Bilancio della Camera hanno introdotto delle novità nel Decreto Salva Roma Ter che contiene appunto le norme su Tasi, Tari e Imu, le tre imposte che vanno a comporre la Iuc, l'Imposta Unica Comunale sugli immobili.

Focalizziamoci allora sui punti fondamentali, le poche certezze ed i tanti dubbi sulla nuova tassa sulla casa che, diciamolo, è l'ennesimo pasticcio all'italiana.

Pagamento Tasi, Tari, Imu: le date

Sono certe solo le date del pagamento di Tasi e Imu: 16 giugno la prima rata di acconto, 16 dicembre il saldo, con possibilità di pagamento in una sola soluzione a giugno a scelta del contribuente. Invece le scadenze per il pagamento della Tari saranno determinate dai Comuni ma per forza in date diverse da quelle per Tasi e Imu, sempre due rate semestrali ma con possibilità di un'unica soluzione.

Aliquote Tasi: aumenti ma senza certezze

Questo il problema più grande: i Comuni possono decidere di aumentare le aliquote Tasi fino allo 0,8 per mille, rispetto all'aliquota base ed hanno tempo fino al 31 maggio. Tuttavia solo poche amministrazioni locali lo hanno già fatto e dunque l'incertezza su quanto si pagherà alla prima rata di saldo del 16 giugno regna sovrana.

Si prevede però un rinvio di tale scadenza in quanto il Parlamento ha concesso ai Comuni la possibilità di spostare dal 30 aprile al 31 luglio la scadenza per l'approvazione dei bilanci previsionali 2014.

La prima rata a saldo della Tasi del 16 giugno nei Comuni in cui non è stata decisa nei tempi prevista l'aliquota si calcolerà con l'aliquota massima del 2,5 per mille per l'abitazione principale, del 10,6 per mille per le seconde case.

Poi la seconda rata Tasi di dicembre verrebbe calcolata in modo da saldare, fare il conguaglio, in base alle nuove aliquote decise dai Comuni se diverse da quella base: c'è il rischio quindi che la seconda rata sia più alta della prima se ci sarà l'aumento dell'aliquota.

Detrazioni Tasi: si rischia la fregatura

Quello delle detrazioni Tasi è il problema più grave per i contribuenti, che può portare ad aumenti imprevisti e al pagamento da parte di chi con la vecchia Imu era esente.

E' stato mantenuto un emendamento della Lega Nord per cui le detrazioni introdotte per la Tasi possono generare carichi di imposta anche inferiori rispetto a quelli determinatisi con riferimento all'Imu, ma è stato eliminato l'obbligo che l'aumento delle aliquote Tasi servisse per finanziare gli sgravi alle famiglie a medio-basso reddito: teoricamente i Comuni potrebbero aumentare l'aliquota Tasi per altre ragioni di bilancio facendola pagare ai contribuenti che era con le detrazioni Imu (abitazione principale 200 euro, figli a carico 50 euro ognuno) non pagavano.

Col vecchio regime con una rendita catastale intorno a 320 euro non si pagava, ora ad esempio a fine anno con la Tasi al 2,5 per mille e senza la protezione delle detrazioni si pagherebbero 132 euro.

Ma forse per ragioni elettorali e di consenso poche amministrazioni faranno così.

Pagamento Tasi inquilini e proprietari

Come si sa, parte della Iuc sarà a carico degli inquilini che vivono in affitto, in particolare la Tari, che essendo una tassa sui rifiuti è normale che sia pagata da chi effettivamente li produce, e una quota della Tasi.

Altro caos: le norme dicono che gli inquilini devono pagare tra il 10% ed il 30% della Tasi, ma siccome gli sgravi dovrebbero essere appunto anche per chi vive in affitto e non solo per il proprietario di casa, il rebus appare di difficile soluzione.