"Guardate com'è bella! Ha occhi che sembrano stelle, e una bocca che sembra una rosa! Cittadini, siamo tutti devoti tutti?". Queste sono le parole che vengono ripetute dai devoti continuamente, lungo il cordone che trasporta la vara di sant'agata, la patrona della città di Catania, durante le giornate di festa a lei dedicate. Quella di Sant'Agata è considerata la terza festa dell'intera cristianità per partecipazione popolare, dopo la Settimana Santa di Siviglia e il "Corpus Domini" di Cuzco, in Perù. Ogni anno, dal 3 al 5 febbraio, migliaia di pellegrini, devoti o semplici curiosi, invadono letteralmente le vie del centro storico, dove il busto reliquiario della Santa effettua un percorso, circondata e osannata da tantissimi devoti vestiti di bianco che offrono ad essa fiori e ceri.

Chi era Agata?

Ma chi era Agata? Era una giovane donna appartenente ad una famiglia patrizia catanese, che visse nel III secolo. Per il suo bellissimo aspetto venne notata dal governatore romano Quinziano, che voleva averla per sé. La ragazza, però, rifiutò, perché aveva deciso di consacrare la sua vita alla religione cristiana. Dopo essere fuggita a Palermo nella sua villa alla Guilla, venne scovata dal governatore che la costrinse a tornare forzatamente a Catania, dove fu martirizzata e sottoposta alla tortura del letto di tizzoni ardenti. La giovane morì il 5 febbraio 251. Subito dopo la morte, cominciò ad essere venerata da gran parte della popolazione anche fuori dalla Sicilia, fino ad essere proclamata Santa.

Al suo "velo" sono attributi diversi miracoli, tra cui quello di aver fermato la lava che scendeva dall'Etna e che stava per distruggere la città nel 1886.

Com'è strutturata la festa

Oggi la festa si svolge in una clima di folklore, considerato da molti anche eccessivo. La tre giorni si apre la sera del 3 febbraio in Piazza Duomo, con il caratteristico e molto atteso spettacolo pirotecnico dei fuochi.

L'incontro con la Santa avviene la mattina seguente, alle prime luci dell'alba, con la messa dell'Aurora, quando il busto reliquiario viene consegnato ai devoti che lo portano in processione lungo un percorso esterno alla città. Il giorno seguente, il 5, nuova processione a partire dal primo pomeriggio, stavolta lungo la via Etnea, con rientro nella mattinata del 6. Tra le caratteristiche folkloristiche di questa festa vi è anche la processione delle "cannelore", dei piccoli carri che rappresentano le dodici corporazioni delle arti e dei mestieri della città.