Ospite principale della seconda puntata stagionale di Non è l’Arena, il talk show di La7 condotto da Massimo Giletti la domenica sera, è stato Luigi Di Maio. Il capo politico del M5S, nel corso dell’intervista-fiume, si è soffermato su diversi aspetti dell’attualità politica. Dalla lotta ai furbetti del reddito di cittadinanza, che rischiano denunce e galera, all’agognato taglio dei parlamentari, passando per l’accordo tra M5S e Pd per le Regionali in Umbria. Di Maio, inoltre, è tornato sul caso Bibbiano, ribadendo di non avere nessuna intenzione di chiedere scusa come invece pretenderebbe Matteo Renzi.

La fiducia nei dem, poi, è condizionata dall’approvazione della legge sul taglio dei parlamentari. Un combattivo Di Maio ha puntato anche il dito contro i “grandi evasori” fiscali” per i quali propone il carcere. L’unico momento di sbandamento, se così si può dire, il leader pentastellato lo ha passato quando il conduttore lo ha invitato caldamente ad un incontro tv con l’ex alleato Matteo Salvini, magari proprio nello studio di Non è L’Arena. Il rifiuto è categorico.

Luigi Di Maio ospite di Massimo Giletti: ‘Lo incontrerebbe Salvini?’

Durante la lunga intervista rilasciata a Non è l’Arena nella serata di domenica 29 settembre, Luigi Di Maio appare sereno e sicuro del fatto suo. L’unico momento in cui sembra vacillare è quando il padrone di casa, Massimo Giletti, lo incalza sul suo vecchio alleato nel governo gialloverde, Matteo Salvini.

“Se Salvini accettasse farebbe un confronto qui con lui? - gli domanda a bruciapelo - Ha visto che oggi c’è un’apertura. Ci sarà l’incontro tra Renzi e Salvini da Vespa (conduttore di Porta a Porta su Rai Uno ndr). Mi piacerebbe vedere questo incontro. Vi incontrereste o no?”. La pacata risposta di Di Maio è volutamente evasiva.

“Non abbiamo ricevuto altre offerte televisive - ribatte il capo politico M5S - però, in generale, so di altri confronti in altri studi tra l’ex Ministro dell’Interno e l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per quanto mi riguarda, quello che ci dovevamo dire ce lo siamo detti quando abbiamo governato per i cittadini”.

Il leader M5S accusa quello della Lega: crisi Whirlpool è colpa sua

“Ma non vi siete più sentiti? Al telefono neanche?”, insiste allora Giletti. “Ma certo che no - lo gela però Di Maio - per quanto mi riguarda, quando una persona ti dà la parola e ti tradisce per me finisce lì e si va avanti, per come la vedo io nella vita. Poi non sono nessuno nell’essere rigido per dover perdonare qualcuno - prosegue - Per carità, il perdono è divino. Ma per quanto mi riguarda quello che è successo questa estate non è stata una cosa contro di me o contro il M5S. Qui si è resettata un’esperienza di governo e voglio fare un esempio. Nel mese di agosto la Whirlpool di Napoli stava chiudendo, ma noi eravamo riusciti a mettere in un decreto legge i soldi per mantenerla a Napoli.

In quel mese - spiega - mentre non c’era più un governo perché era caduto, la Whirlpool ha accelerato il processo di cessione dell’impianto. E adesso ci sono centinaia di lavoratori che a causa dell’instabilità di governo rischiano di perdere il posto di lavoro. Questo significa far cadere i governi: quando vedono che il governo non c’è sentono meno la pressione e prendono quelle decisioni”.