Un nuovo colpo discena nella vicenda della Costa Concordia, la nave dacrociera naufragata all'Isola del Giglio il 13 gennaio 2012, e rimessa in asse il mese scorso in seguitoall'operazione di parbuckling.

Arrivano forse leprime certezze sul ritrovamento del cadavere, in avanzato stato di decomposizione,avvenuto nei giorni scorsi all'interno del relitto della nave. Con ogniprobabilità, i resti recuperati al Ponte 3 potrebberoessere di Maria Grazia Trecarichi, la passeggera siciliana che risultavaufficialmente ancora dispersa, insieme a Russel Rebello, il cameriere diorigine indiana che, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, si prodigò molto riuscendo asalvare decine di persone.

Inizialmente si era ipotizzato che i resti potesseroappartenere a lui, ma da un esame più accurato di alcuni indumenti trovati sulcadavere sarebbe stato accertato che appartenevano ad una donna. Secondo quantosi apprende da fonti vicine all'inchiesta, sarebbero stati trovati un reggisenoe un paio di scarpe femminili, scambiate in un primo momento per scarpe dajogging a causa della lunga permanenza in mare.

Proprio le scarpe sono statericonosciute come appartenenti alla donna dal marito Elio Vincenzi, mentre lafiglia, Stefania, anche lei in vacanza sulla Costa Concordia insiemeal fidanzato e alla madre, ha identificato la catenina che apparteneva aMaria Grazia. Il riconoscimento è avvenuto attraverso una foto che le forzedell'ordine hanno mostrato loro nei locali della questura a Catania alla presenzadi un funzionario di Costa Crociere.

Il gioielloera stato regalato qualche ora prima del naufragio alla Trecarichi, inoccasione del suo cinquantesimo compleanno, dall'amica Maria Luisa Virzì,anche lei morta quella notte. Il suo corpo fu ritrovato due settimane dopo ildisastro.

"Sono frastornato – ha commentato Elio Vincenzi – così come mia figlia. Due anni sonostati lunghi in attesa di potere dare una degna sepoltura a mia moglie.

Il miopensiero va ai familiari di Rebello che attendevano anche delle risposte".

Tuttavia, soltanto l'esame del Dna suiresti recuperati potrà confermare o smentire la reale identità.