La crisi attuale sta seminando vittime su vittime oltre ad esercizi di pubblica utilità chiusi anzitempo, come bar, alimentari e negozi d' informatica. Ormai la crisi sta degenerando a livelli esasperati e le vittime sono sempre di numero maggiore. Ultimo di una lunga lista è un artigiano di Tivoli, Sergio Cola, di 63 anni, che non riuscendo a pagare una bolletta della luce di 200 euro ha deciso di togliersi la vita, legandosi un cappio al collo e sparandosi due colpi di fucile al cuore.

A volte ci sembra di assistere ad una trama di qualche film di orrore o poliziesco, invece quelle che raccontiamo sono purtroppo storie vere, quotidiane, che non vorremmo mai raccontare al lettore, ma che per dovere di cronaca dobbiamo fare.

L'uomo prima di uccidersi, ha lasciato  un videomessaggio  sul suo cellulare assieme ad un bigliettino, nel quale spiegava il folle gesto. Un gesto che getta nello sconforto la famiglia dell'uomo, soprattutto i figli Alessandro e Giuseppe. Che non riescono ancora a capacitarsi della scelta suicida del padre.

Padre che era visto dai familiari e dai figli, come una persona allegra, un uomo solare e nessuno mai avrebbe immaginato che si sarebbe potuto suicidare per un pretesto cosi risolvibile. Senza pensarci su due volte.

 "Nessuno poteva immaginarlo, credeteci, siamo distrutti dal dolore e dalla sorpresa – dicono avviliti i  figli, Alessandro e Giuseppe – fino a poco prima era allegro come sempre. Se magari ne avesse parlato, se ci avesse chiesto aiuto…".