L'accusa è di quelle infamanti e andrebbe a colpire con un nuovo scandalo il mondo della Chiesa Cattolica: il Vaticano avrebbe nascosto, in particolar modo negli ultimi due anni, oltre 1700 potenziali evasori fiscali che avrebbero prelevato dallo Ior ingenti quantitativi di denaro senza dichiararli alla Dogana, violando, quindi, la Legge anti-riciclaggio.

A questo proposito, in seguito alla denuncia pubblicata dal noto giornale Il fatto quotidiano, la rappresentante del Movimento 5 Stelle, Silvia Chimenti, ha presentato un'interrogazione firmata da alcuni colleghi del suo partito, per chiedere al ministero dell'Economia delucidazioni in merito a questa che potrebbe rivelarsi un'ingente truffa.

Il 22 maggio 2013 l'Autorità d'informazione finanziaria del Vaticano aveva reso noto il primo rapporto annuale 2012 sulle attività per la prevenzione e il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo: l'organo preposto menzionò soltanto il numero delle dichiarazioni valutarie, tralasciando il dettaglio relativo agli importi dei movimenti effettuati, in ingresso e in uscita dal territorio della Città del Vaticano.

La cosa strana è che il numero delle dichiarazioni non coincidono con quelli registrati dalla Dogana italiana, visto che, ogni volta che qualcuno esce dal Vaticano con un importo di contanti superiore a 10 mila euro, è tenuto a dichiararlo due volte: prima all'Aif dello Stato vaticano e successivamente alla Dogana italiana.

Lo stesso procedimento, naturalmente, si adotta nel caso di flusso inverso.

Ecco la ragione dell'appello di ieri della rappresentante del Movimento 5 Stelle, Silvia Chimenti perchè Papa Francesco faccia al più presto chiarezza sull'oscura vicenda: al Pontefice si chiede soprattutto che si adoperi affinché l'Aif fornisca all'Agenzia delle dogane i nomi dei 1700 potenziali evasori che nel 2012 hanno fatto viaggiare indisturbati denaro sporco tra Italia e Vaticano.