Già dalle prime ore di martedì 18 marzo la macchina dei soccorsi si era messa in moto per portare in salvo 600 persone nel Canale di Sicilia che si aggiungono alle oltre 1532 tratte in salvo tra stanotte e ieri pomeriggio. I 13 barconi carichi sono stati intercettati dai mezzi militari impegnati nell'Operazione Mare Nostrum salvando dalle acque 2128 disperati in 48 ore. Per l'Italia e la Sicilia sono momenti di grande solidarietà. I numerosi sbarchi sono stati favoriti dalle condizioni meteorologiche ottime che portano questi naufraghi ad affrontare i viaggi della speranza in condizioni indigenti avendo alle spalle storie di povertà e soprusi.

Infatti dietro ogni traversata ci sono i basisti come quelli che ieri mattina sono finiti in arresto a Siracusa. Il capo della Mobile Salvatore Emanuele Tito Cicero ed i suoi agenti hanno sgominato una banda 8 egiziani accusati di aver fatto da basisti compresi gli scafisti che trovavano assistenza logistica ai connazionali e siriani approdati a Siracusa dalle coste del Nord Africa. La gang chiedeva dai 4 ai 6 mila dollari a persona per giungere l'Italia e poi l'Europa. Essi sono responsabili degli 8 sbarchi compiuti tra l'estate scorsa e l'autunno con l'arrivo di 1186 persone.

Tredici barconi stracolmi di uomini, donne e bambini sono stati individuati dalla Marina Militare e dalle motovedette della Guardia Costiera, in particolare la Euro della Marina Militare ha salvato 482 migranti tra cui molti i bambini e donne.

Nel pomeriggio di ieri un gommone era sta intercettato in acque libiche, dopo aver avvisato le autorità del paese nord africano, la Guardia Costiera ha fatto arrivare sul posto oltre le navi della Marina Militare, mercantili e motovedette da Lampedusa salvando così 100 persone di cui alcune donne e bambini che richiedevano assistenza medica.

Su una delle imbarcazioni è stato trovato un corpo esanime forse morto per le esalazioni tossiche. In due giorni l'operazione Mare Nostrum ha potuto mettere in sicurezza 2128 persone lasciate in balia di se stessi prima che si versificasse un'altra ecatombe.