Hanno preso gli stessi farmaci, hanno utilizzato nomi diversi (Avastin e Lucentis), li hanno venduti a prezzi diametralmente opposti e alla fine si sono spartite gli enormi guadagni. Le case farmaceutiche Roche e Novartis, però, non l'hanno fatta franca e sono finite a processo di fronte all'Antitrust che le ha condannate a versare una maxi - multa da 180 milioni di euro.

Le due aziende, con questo accordo illecito, hanno arrecato danni ai malati, alla sanità pubblica e alle assicurazioni private. Lo scandalo parte da lontano, dalla ricerca di uno scienziato italiano, Napoleone Ferrara, il quale nei laboratori della Genentech, in California, ha trovato un principio che riesce a bloccare la crescita dei vasi sanguigni. Questo principio, in Avastin, viene utilizzato per la cura di tumori molto gravi (ma senza grande successo), mentre in Lucentis viene usato per frenare la degenerazione maculare senile, una malattia che può condurre alla cecità. I medicinali sono uguali, ma vengono venduti a prezzi diversi: Avantis costa tra i 15 e gli 80 euro, mentre con Lucentis il prezzo sale alle stelle, fino ad arrivare a 900 euro. Le due aziende produttrici, in barba alle esigenze dei malati, si scambiano una serie di mail e telefonate per trovare un'intesa: la spartizione dei proventi di entrambi i farmaci. La Roche - che detiene il controllo dei laboratori Genentech - non registra il medicinale per curare gli occhi e incassa i diritti della Novartis per mettere sul mercato Lucentis.

Una volta raggiunto l'accordo per moltiplicare i profitti, le due aziende hanno portato avanti un'opera di depistaggio e sabotaggio per procedere con la vendita differenziata di due farmaci identici. Hanno diffuso l'allarme tra i pazienti sull'inutile utilizzo di Avantis (che costava di meno) per curare la malattia agli occhi, sabotando in questo modo le ricerche che puntavano a dimostrare che invece le capacità terapeutiche dei due medicinali erano identiche. Tutte queste azioni di depistaggio e sabotaggio si sono riversate sul sistema sanitario nazionale che, solo nel 2012, è stato costretto ad una spesa maggiore di circa 40 - 45 milioni di euro. Ancora più scalpore fa il calcolo reso noto dalla Regione Emilia Romagna, la quale ha dimostrato che con i soldi in più spesi per acquistare Lucentis, avrebbe potuto assumere circa 400 persone tra medici, infermieri e ausiliari. Inoltre, a causa del prezzo elevatissimo di Lucentis, ci sono circa 100mila pazienti che non riescono a curarsi quando, invece, con Avantis potrebbero tranquillamente tenere sotto controllo i problemi oftalimici.

Qualora dovesse capitare che Avastin fosse ritirato dal mercato, la spesa stimata per il servizio sanitario nazionale, in merito al Lucentis, sarebbe di circa 700 milioni di euro, a fronte dei 63 milioni che invece si spenderebbero se non dovesse avvenire alcuna sostituzione definitiva. In Francia, le due aziende Roche e Novartis sono riuscite a immettere sul mercato solo il costoso Lucentis, e la spesa pubblica si è aggirata intorno ai 700 milioni di euro. In Italia, con l'intervento del Garante e la multa di 180 milioni di euro, si spera che le due multinazionali riescano ad essere bloccate, per garantire ai malati di avere accesso ad Avastin, il cui prezzo è nettamente più accessibile del Lucentis.