Notizia shock nel mondo della politica italiana. Claudio Scajola, ex ministro della Repubblica, è stato arrestato a Roma dalla Dia di Reggio Calabria con l'accusa di aver appoggiato la fuga e la latitanza del suo ex collega di partito, Amedeo Matacena. Quest'ultimo, dopo essere stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, si è resto latitante insieme alla moglie, Chiara Rizzo.

Sia Matacena che Scajola militavano nello stesso partito quando l'imprenditore reggino venne raggiunto da provvedimento restrittivo: dalle indagini effettuate è emerso che l'ex ministro l'avrebbe aiutato a fuggire, forte dei rapporti di amicizia che aveva con la famiglia di Matacena, soprattutto con la moglie Chiara Rizzo. Proprio la donna è stata il tramite fra Matacena e Scajola per garantirsi che quest'ultimo si adoperasse per evitare l'arresto al marito, una volta emessa la condanna definitiva.

Ci sono delle intercettazioni che inchioderebbero il 66enne politico di Imperia, in cui questi comunica con Chiara Rizzo proprio per organizzare la fuga di Matacena, attualmente ancora latitante in Libano. Il nome di Scajola è emerso mentre gli inquirenti si occupavano dell'inchiesta sui fondi neri della Lega Nord, nella quale la figura di riferimento è l'ex faccendiere leghista, Bruno Mafrici. Sono scattate numerose perquisizioni che vanno dalla Lombardia alla Calabria, passando anche per Liguria, Lazio e Sicilia. Nel frattempo sono state poste sotto sequestro delle società commerciali italiane, legate con aziende straniere, che hanno un valore di circa 50 milioni di euro.

Una volta appresa la notizia dell'arresto del suo amico Claudio Scajola, Silvio Berlusconi ha esternato tutto il suo dispiacere così: "Dolore per Claudio, non sapevo dell'inchiesta".