Uno sciopero sta mettendo in ginocchio l'aeroporto di Fiumicino: i lavoratori di Alitalia, addetti alla sistemazione dei bagagli, hanno avviato la protesta della valigia selvaggia lasciando i bagagli sulla pista, senza trasportarli in stiva. L'agitazione non è stata annunciata in maniera ufficiale, tanto che per qualche ora si è pensato a un semplice malfunzionamento organizzativo. Il Corriere della Sera è stato il primo giornale a dare la notizia, raccogliendo le testimonianze di alcune persone transitate a Fiumicino e vittime del disservizio.

Lo sciopero dei bagagli contro l'accordo tra Alitalia ed Eithad

A Fiumicino sono state messe in campo forze aggiuntive per fronteggiare lo sciopero dei bagagli, che sta creando pesanti disagi ai viaggiatori.

Ma gli sforzi si stanno rivelando vani: molti voli stanno partendo senza le valigie nella stiva. I lavoratori stanno attuando una forte protesta contro l'accordo tra Alitaia e la compagnia degli Emirati Arabi, Etihad, che prevede esuberi di oltre 1500 addetti di terra, tra cui 200 "facchini". Dopo un'assemblea spontanea, che ha bypassato le organizzazioni sindacali, i dipendenti hanno cominciato "in silenzio" il loro sciopero da domenica 3 agosto. Loro accusano Alitalia che ora chiede di fare gli straordinari, ma dopo provvederà al taglio del personale. Le valigie si sono ammassate ora dopo ora sotto il sole, sulla pista di Fiumicino, scatenando qualche interrogativo tra i viaggiatori che hanno realizzato alcuni video amatoriali, inviandolo ai mezzi di informazione.

L'agitazione, peraltro, arriva proprio in un momento molto intenso con le partenze per le vacanze di migliaia di persone, italiani e non. I disagi, ovviamente, si sono verificati anche per i turisti atterrati a Fiumicino. Lo sciopero dei bagagli di Fiumicino ha inevitabilmente fatto arrabbiare gli utenti dell'aeroporto: il disservizio ha rovinato le ferie di molte persone, che adesso dovranno provvedere al recupero delle loro valigie, ammesso che la situazione si risolva a breve. Il Codacons ha chiesto un immediato ritorno alla normalità, minacciando la presentazione di una denuncia alla Procura per "interruzione di pubblico servizio".