Calamitati dal bonus degli 80 euro, dalla riforma della Giustizia, dalla pubblica amministrazione, dalle nuove linee guida per la scuola pubblica e da qualche altro stratagemma, più o meno, di consenso elettorale, il decreto conosciuto come svuota-carceri è andato a finire nello scaffale del dimenticatoio, lasciando una profonda incertezza sulla sua corretta applicazione. E se nella scaletta delle priorità il Governo Renzi sceglie di buttarsi a capofitto sulla contabilità della spesa pubblica, sulla ricerca delle risorse per rilanciare l'economia, per esempio, non è detto che la micro-criminalità debba andare liberamente a passeggio per le strade cittadine, i viali, i parchi.

Ed è questa la preoccupazione che mettono in primo piano la maggior parte dei Funzionari di polizia che hanno già fatto sapere che il decreto potrebbe trasformarsi in una norma "salva-spacciatori" e, forse, in un'amnistia".

Secondo gli ultimi dati che sono stati diffusi sembrerebbero che gli arresti per spaccio di droga siano stati dimezzati rispetto agli anni precedenti ed alla legge Fini-Giovanardi. Un allarme che la polizia raccoglie senza creare il partito dei "giustizialisti" e dei "garantisti". Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, non s'è ancora scomodato nel dare una risposta ai Funzionari di polizia che non vedono di buon grado la riforma. Mentre il responsabile della sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, ha dichiarato che "La denuncia dei Funzionari è molto utile, penso ci sia stata una non sufficiente interpretazione di quel che ha stabilito il Parlamento.

Per questo alla riapertura della Camera proporrò che la Prima Commissione, insieme a quella della Giustizia, organizzi un'audizione dei Funzionari di polizia per discutere con loro gli effetti della legge." Intanto, comunque, dato che la nuova legge vieta l'arresto del "piccolo spaccio", i pusher potrebbero già circolare tranquillamente per spacciare la droga senza essere perseguiti.



Il decreto ha avuto il battesimo, agli inizi di questo mese di agosto, a Palazzo Madama, con 162 sì, 39 no ed un astenuto, in via definitiva sul testo che era passato alla Camera nei mesi scorsi sotto un unico "pacchetto normativo", che doveva dare una risposta alla Corte europea dei diritti dell'uomo in seguito alla sentenza "Torreggiani".

Con l'approvazione di questo provvedimento, d'altra parte, l'Italia dovrebbe essersi messa in regola con la situazione delle carceri. E nello specifico per quanto riguarda il sovraffollamento con l'accollo d'un onere finanziario in alcune situazioni ed in altri casi con l'applicazione dello sconto dei giorni di pena. Per il primo caso è stata prevista una spesa di circa 20,3 milioni di euro che dovranno servire per "risarcire" tutti quei detenuti che sono stati in carcere in condizioni "inumane", secondo la convenzione sui diritti dell'uomo. Il risarcimento è stato fissato a 8 euro al giorno per ogni giornata passata in cella in condizioni "disumane". Per gli altri casi, invece, e cioè quando il detenuto si trova ancora in carcere, è prevista la possibilità di scontare un giorno su ogni dieci passati nella cella sovraffollata senza ricevere un compenso finanziario.

Va ricordato che lo stesso decreto ha introdotto: a) Gli arresti domiciliari se il giudice prevede una condanna non superiore a tre anni, escludendo -però- la condanna per mafia, terrorismo, rapina, estorsione, furto in abitazione, stalking e maltrattamenti in famiglia. Ed in caso di trasgressione si ritorna in carcere; b) Se il condannato non viene ritenuto socialmente pericoloso e non ha ancora compiuto 25 anni (prima era 21 anni) si possono applicare le leggi di favore del diritto minorile; c) Il detenuto che finisce ai domiciliari -a parte situazioni singolari- non ha più l'accompagnamento delle forze dell'ordine; d) Viene aumentato il numero dei magistrati di sorveglianza. Là dove l'organico è scoperto al di sopra del 20%; e) Si prevede l'assunzione di 204 agenti di polizia penitenziaria per aumentare il relativo organico di servizio.

Pertanto, avanti tutta con il decreto sblocca Italia per fare ripartire i cantieri, ma senza mettere in secondo piano la sicurezza dei cittadini.