Damasco - 25 agosto 2014. Il regime di Bashar al Assad è disponibile a collaborare con Stati Uniti e Gran Bretagna per combattere l'avanzata Isis su territorio siriano. Lo ha dichiarato oggi il ministro degli esteri siriano Walid al Muallim, il quale ha anche aggiunto che se le forze americane ed inglesi si fossero coordinate con le siriane, l'operazione statunitense per liberare James Foley, avrebbe avuto successo.

Fallì infatti il blitz organizzato dalle forze speciali Usa per liberare il giornalista, in seguito ucciso dall'Isis. Il ministro degli esteri siriano ha dichiarato la disponibilità di Damasco ad appoggiare le iniziative occidentali per arginare l'Isis, ma a patto di una coordinazione tra forze militari, in quanto qualsiasi raid aereo compiuto da USA o Gran Bretagna sul territorio siriano senza previo consenso di Damasco sarà considerato una grave violazione della sovranità della Siria, nonché un atto di aggressione. Appare di rilevante importanza l'apertura siriana se si pensa che è passato appena un anno dalla crisi che aveva opposto gli Usa al regime di Al Assad, causata dal sospetto dell'utilizzo da parte delle truppe governative di armi chimiche contro i ribelli.

In proposito Obama aveva avvertito che se vi fosse stata conferma dell'utilizzo di armi chimiche, avrebbe cambiato strategia nei confronti della Siria. La risposta di Damasco fu che le minacce dell'amministrazione Obama erano ridicole ed oggetto di ilarita in Siria. Questo accadeva il 1° settembre del 2013 in risposta alle dichiarazioni rilasciate dalla Casa Bianca il giorno prima. Il 2 settembre 2013, poi i toni Damasco diventarono più duri: Al Assad, in un'intervista rilasciata al Le Figaro, avvertiva che il Medio Oriente era una polveriera pronta ad esplodere. Con toni profetici, velatamente minacciosi, Al Assad dichiarò al giornale francese che "Nessuno può sapere cosa accadrà in Medio Oriente.

Il mondo potrebbe perdere il controllo, se polveriera mediorientale esploderà. Il caos e l'estremismo si diffonderanno in ogni parte, con il rischio di una guerra in tutta la regione". E' evidente che l'apertura siriana verso gli Stati Uniti o meglio nei confronti della Comunità internazionale che si sta opponendo all'Isis trova ragione nella potenziale minaccia che questa organizzazione può essere anche per il regime di Al Assad.