Dopo le vicende legate al "Pibe de Oro", meglio conosciuto col nome di Diego Armando Maradona, a cui lo stato italiano chiede un risarcimento di oltre trenta milioni di euro, adesso nella bufera del fisco sembrerebbe esserci finito anche l'ex capitano della nazionale campione del mondo a Berlino, Fabio Cannavaro, detto lo scugnizzo, per via del suo sorriso complice e del suo sangue napoletano. Non è la prima volta che Fabio finisce al centro di questioni del genere. Già due anni fa si parlò a lungo della sua enorme villa costruita a Posillipo, villa considerata abusiva e costruita in una zona non edificabile del suolo Napoletano.

A quei tempi dovette fronteggiare una lunga serie di ricorsi e di sentenze del Tar ma alla fine riuscì ad andare a vivere nella sua villa sulla collina che sovrasta il golfo di Napoli. Oppure quando nel 2011 fu accusato di essere un prestanome, ovvero un imprenditore occulto che però agisce alle spalle di un imprenditore fasullo, per evitare di dover pagare i creditori in caso di fallimento.

In quel contesto, si parlava di una serie di pizzerie aperte sul lungo mare di Napoli e anche in quel caso ne uscì indenne. Adesso invece i problemi sono sorti a causa di tre barche, con le quali Fabio Cannavaro avrebbe messo su una piccola agenzia di noleggio marittimo, registrata col nome di FD Service, agenzia di noleggio che però secondo le indagini non è mai realmente esistita, perché la famiglia Cannavaro "usava le imbarcazioni per scopi personali non versando quindi alcuna tassa per il possesso delle tre barche, soggette a tassazione diretta e all'Iva".

Durante tutto il periodo di presunta attività dell'agenzia di noleggio, Fabio Cannavaro, grazie ad un commercialista di fiducia, avrebbe prodotto delle fatture relative a presunti noleggi, mai verificatisi. Sempre secondo le indagini, quando poi Fabio Cannavaro si sarebbe accorto che il fisco avrebbe effettuato delle indagini, decise di utilizzare il suo prestanome Eugenio Tuccillo per decretare il fallimento dell'agenzia, liquidarla, e quindi venderla, attraverso dei soldi che avrebbe egli stesso inviato. Attualmente Fabio ha subito il sequestro delle barche, per un valore complessivo di novecentomila euro.