Ci sono importantissime novità sul caso della scomparsa di Gilberta Palleschi, la donna di Sora, in provincia di Frosinone, della quale non si hanno più notizie dallo scorso 1° novembre. Nella mattinata di giovedì 28 novembre è stato ascoltato un testimone, un cacciatore che proprio nel momento della scomparsa di Gilberta Palleschi ha sentito delle grida strazianti provenire dallo sterrato di Via San Martino. Questo testimone è stato ascoltato in Procura ed è anche questo il motivo per il quale il fratello di Gilberta e l'avvocato Contucci che segue la famiglia Palleschi sono stati più volte convocati in Procura.

E' stato addirittura eseguito un esame sul posto per verificare l'attendibilità delle dichiarazioni rese dal cacciatore. L'uomo, infatti, è stato portato dai carabinieri sul punto esatto dove l'uomo si trovava nel momento in cui ha riferito di aver udito le urla, probabilmente quelle di Gilberta Palleschi. Da quel punto si è provato a stabilire se, dal posto in cui sono stati ritrovati alcuni oggetti della donna scomparsa (tra i quali, la sim del suo telefonino, le chiavi della sua auto, un braccialetto e l'auricolare dell'iPad), potessero essere udite le urla e la prova ha avuto esito positivo: le grida si sono sentite perfettamente. Dunque, il testimone è ritenuto dagli investigatori attendibile: la sua testimonianza è ritenuta altamente valida per stabilire il punto e l'orario della scomparsa.

Scomparsa Gilberta Palleschi: perché il testimone parla soltanto adesso?

Il ritardo della dichiarazione resa dal testimone arriva con un ritardo di oltre tre settimane dalla scomparsa di Gilberta Palleschi. Il motivo di questa omissione, è stato spiegato, deriva dal fatto che la scomparsa della donna ha suscitato molto clamore mediatico.

Ricordiamo che la zona dove è scomparsa Gilberta è abitata da persone molto semplici che cercano di avere a che fare il meno possibile con la giustizia, anche nei casi in cui la loro testimonianza è importantissima per risolvere casi delicati come quello della 57enne. Ma già nella giornata di mercoledì 26 novembre, l'uomo ha contattato i carabinieri, presentandosi, poi, nella prima mattina di giovedì 27 per rendere la sua testimonianza.

L'uomo ha raccontato che quel sabato camminava tra i boschi ed ha udito delle grida di una donna che chiedevano insistentemente aiuto. In un primo momento il testimone ha pensato ad un litigio tra persone che si conoscessero, dunque non ha dato molto peso a queste urla. Sulla base di quanto rinvenuto finora, e anche alla luce di questa testimonianza, la pista seguita è quella dell'aggressione. Ma sono ancora tanti i punti interrogativi dell'intera vicenda: chi ha potuto aggredire e far sparire una donna la cui vita non fa pensare ad alcun lato oscuro?