Continuano, all'11 novembre 2014, i colpi di scena relativamente alla morte di Elena Ceste di Costigliole d'Asti, moglie del vigile del fuoco Michele Buoninconti, trovata in un canale nelle vicinanze della sua abitazione dopo lunghi mesi di infruttuose ricerche in tutta la zona. Ormai si parla apertamente di omicidio, in base agli esami effettuati. Non c'è più alcun margine per ipotizzare una disgrazia: la donna è stata uccisa, mentre in un primo momento qualcuno aveva ipotizzato che, essendo uscita di casa senza gli occhiali da vista, indispensabili per una persona che era molto miope, potesse essere scivolata camminando in prossimità del canale.
La donna era innamorata di un meccanico di circa 40 anni col quale aveva avviato una relazione dopo averlo conosciuto tramite un noto social network. Elena Ceste passava ore a chattare con una persona che evidentemente le piaceva molto. Presto quest'uomo avrà un volto e un nome e la sua testimonianza diventerà decisiva anche per ricostruire le ultime ore di Elena Ceste. È chiaro che a questo punto la tesi di un femminicidio da parte di Michele Buoninconti, furibondo per aver coperto il tradimento o addirittura messo davanti alla dura realtà dalla moglie (che voleva separarsi?) ci può stare, ma ciò che manca è sempre la prova decisiva, ad esempio l'arma del delitto: questo perché Elena Ceste è stata uccisa a mani nude?
All'11 novembre 2014 le ricerche dei frammenti di ossa hanno permesso la totale ricomposizione dello scheletro. Molto importante sarà l'esito dell'esame di una piccola parte di fegato che ci dirà se aveva bevuto alcolici, preso farmaci particolari (antidepressivi?) o addirittura droghe. Serve però ancora tempo per i risultati finali: circa 20 giorni.