Nassiriya 12 novembre 2003. Sono stati affrontati con l'espressione più truce e sanguinosa. Sono stati affrontati non a viso aperto, ma colpiti all'improvviso, sono stati uccisi in un giorno tranquillo. Mai, come quel giorno, il bianco, il rosso e il verde hanno avuto un significato così importante. Sono trascorsi undici anni, come dimenticare le 19 bare allineate ai piedi dell'altare maggiore della Basilica di San Paolo. I volti contratti in smorfie di dolore. Il vagabondo profumo dei fiori. Gli applausi a disturbare il sacro silenzio della morte.

Come dimenticare. Se da una parte Nassiriya ha ferito l'anima degli italiani, dall'altra non ci si può esimere dall'obbligo di ricordare questi valorosi uomini. Si poteva evitare tutto questo?

La risposta si cela in un pensiero di Bertolt Brecht: "Generale il tuo carro armato è una macchina potente. Spiana un bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista. Generale, il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico. Generale, l'uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: può pensare".

Nel ricordo delle vittime di Nassiriya

Si sono dedicati con spirito di abnegazione a un nobile ideale e nel giorno della loro morte, si vuole ricordarli in silenzio.

Domenico Intraviata, 46 anni di Monreale, Orazio Majorana, 29 anni di Catania, Giuseppe Coletta, 38 anni di Avola (Siracusa), Giovanni Cavallaro, 47 anni di Messina, Alfio Ragazzi, 39 anni di Messina, Ivan Ghitti, 30 anni di Milano, Daniele Ghione, 30 anni di Finale Ligure (Savona), Enzo Fregosi, 56 anni di Livorno, Alfonso Trincone, 44 anni di Pozzuoli (Napoli), Massimiliano Bruno di Bologna, Andrea Filippa, 33 anni di Torino, Filippo Merlino, 40 anni di Sant'Arcangelo (Potenza), Massimo Ficuciello , Silvio Olla, 32 anni dell'Isola Sant'Antioco (Cagliari), Emanuele Ferraro, 28 anni di Carlentini (Siracusa), Alessandro Carrisi, 23 anni di Trepuzzi (Lecce), Pietro Petrucci, 22 anni, Stefano Rolla e Marco Beci.