Tra i numerosi casi di persone scomparse negli ultimi anni e poi trovate morte, quelli di Elena Ceste e Yara Gambirasio sono ancora senza soluzione, nonostante il notevole impegno degli inquirenti. A sorpresa c'è l'ipotesi che Massimo Bossetti, accusato della morte di Yara Gambirasio, possa avere una sorta di alibi. È quanto ha lasciato intendere il legale di Bossetti durante una nota trasmissione tv. Dai rilievi effettuati sul cadavere della giovane non sono stati trovati peli del carpentiere e non è certo un dettaglio di poco conto.



Il caso di Yara Gambirasio - Ricordiamo che la morte di Yara risale al 2010.

Era il 26 novembre 2014 quando la tredicenne di Brembate fu rinvenuta in un campo, uccisa dal freddo dopo essere stata abbandonata ferita. Gli esami sono stati condotti dall'Università di Pavia.  Era stato invece l'esame del dna a incastrare Massimo Giuseppe Bossetti e a portarlo in carcere, mai suoi legali contestano l'esame stesso.



Il caso di Elena Ceste
- Differente è la vicenda di Elena Ceste, ancora in una fase particolarmente delicata, in quanto negli inquirenti si va facendo strada una nuova ipotesi e cioè che a uccidere la donna possa essere stato un suo conoscente e non, come si è sospettato fino ad oggi, il marito Michele Buoninconti, 44enne vigile del fuoco. Le prove raccolte fino a questo momento contro l'uomo non sono sufficienti per avviare un processo e quindi per un'eventuale condanna a carico del marito di Elena Ceste.

Gli indagati si dichiarano innocenti - Sia Massimo Bossetti che Michele Buoninconti si professano estranei ai fatti contestati. Il primo resta ristretto nel carcere di Bergamo in attesa dello sviluppo degli eventi che, fino aquesto momento, lo vedono nel ruolo di principale sospettato per il turpe delitto della giovanissima Yara Gambirasio, che aveva solo tredici anni e un futuro di ginnasta, ma soprattutto una vita, davanti a sé.

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