Un grande trambusto questa mattina, alle prime luci dell'alba, nella zona sud - est della capitale. Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri, infatti, ha eseguito 61 arresti e confiscato beni per oltre 10 milioni di euro, oltre al sequestro di numerosi locali. Centinaia, gli agenti, impiegati nell'operazione denominata Tulipano, altrettanti i reati contestati agli arrestati: associazione per delinquere di tipo mafioso, usura, estorsione, riciclaggio, detenzione di armi illecita, ed altri, tutti aggravati dalla matrice camorrista.



I primi a finire in manette sono stati Domenico Pagnozzi, detto "Ice", e Massimiliano Colagrande.

Il primo era il capo di questa associazione mafiosa che, in molte zone della Capitale, controllava spaccio, slot - machine e gioco d'azzardo, arrivando a fatturati mensili incredibili, il tutto dentro una cornice di violenze ed intimidazioni. Dietro l'organizzazione del clan, spunta il nome di Michele Senese, boss e grande amico del Pagnozzi. I due, infatti, si conoscono già dagli anni '80, e sembra che la loro alleanza non si sia mai interrotta, un sodalizio che marciava sul commettere omicidi sfruttando "operai" campani. Il loro rapporto era già trattato nel fascicolo dell'omicidio Carlino del 2001 che li condanna entrambi all'ergastolo, uno, il boss, come mandante, l'altro come esecutore materiale.

Massimiliano Colagrande viene arrestato, invece, con l'accusa di essere il gestore delle piazze di spaccio romane, ripulendo poi gli enormi ricavi in una gioielleria di Via Barberini.

E fra una manetta e l'altra, ci sono i tanti sequestri effettuati nella Capitale e in Campania. Ovviamente sigillata la "gioielleria / lavanderia" nella quale venivano ripuliti i soldi sporchi, il bar Tulipano, gestito da una parente del Colagrande, dove Senese e Pagnozzi avevano fatto la base del clan, locali notturni, autosaloni e ristoranti.

Sigilli anche all'azienda di produzione di gas "Premier Energy Roma srl" con sede nella provincia di Benevento, e numerosi immobili, ubicati tra Roma, Avellino e Isola di Caporizzuto. Insomma, un'impegnativa indagine che, alla fine, ha ricompensato giustamente la fatica di chi l'ha condotta per anni. Ma il sodalizio Senese - Pagnozzi sarà davvero finito con il meritato arresto?