Giovedì scorso un funzionario militare americano ha delineato pubblicamente i piani per riprendere la città chiave di Mosul in Iraq, conquistata dai jihadisti in aprile. Un alto ufficiale del Comando Centrale ha detto che si sta delineando la battaglia e che l'esercito iracheno spera di iniziare le operazioni nel lasso di tempo intorno ad aprile e maggio, per terminare la conquista della città entro la festa del Ramadan che inizia il 17 giugno. Il funzionario non era autorizzato a discutere l'operazione pubblicamente, ed ha parlato con i giornalisti sotto anonimato, aggiungendo che saranno impiegate cinque brigate dell'esercito iracheno insieme ad altre brigate più piccole, fino a raggiungere il numero complessivo di 25000 soldati.

In aggiunta interverranno tre brigate di combattenti peshmerga curdi.

Questa uscita ha subito attirato critiche da due ufficiali dei servizi segreti USA che hanno controbattuto dicendo che la decisione di annunciare pubblicamente il piano era controproducente in quanto si rivelavano i tempi ed il numero di unità coinvolte. Questo permetterebbe all'Isis di prepararsi alla battaglia posizionando ordigni esplosivi improvvisati.

I militanti dell'Isis avevano superato Mosul lo scorso giugno, e marciato attraverso larghi territori in Iraq e Siria senza l'opposizione delle forze irachene in fuga. A questo punto si stimano tra i 1000 ed i 2000 il numero dei combattenti Isis in città. I capi militari iracheni discutono da molto tempo riguardo l'intenzione di riconquistare Mosul, aggiungendo però che non si avvierà l'operazione finché le truppe non saranno pronte.

Una delle loro brigate, composte da 2000 uomini ciascuna, sarebbe composta da forze antiterrorismo addestrate dalle forze speciali. Gli USA forniranno sostegno militare per l'operazione, compresi la formazione, il supporto aereo, di intelligence e di sorveglianza, ma non ci sono ancora decisioni riguardo l'invio di truppe di terra americane.

Per l'occasione, il Qatar avrebbe accettato di ospitare un centro di formazione per le forze della coalizione al fine di formare ed armare i ribelli siriani che sarebbero tornati in Siria per combattere le forze dello Stato Islamico. Altri centri sarebbero in Turchia, Giordania ed Arabia Saudita.