Bullismo e discriminazione. Anni e anni di iniziative e propagande per promuovere la pace, il rispetto reciproco, a cominciare dalla primissima istituzione, la Scuola. Educare alla non violenza, al rispetto massimo per il colore della pelle altrui e alla pacifica convivenza civile, è di fondamentale importanza per il bene comune. Se la lotta alla discriminazione diventa un alibi per parlare di omosessualità, bisessualità, transgender ed educare alla sessualità precoce, le cose iniziano a non funzionare più per il verso giusto.

L'Associazione ONLUS ProVita ha lanciato, già prima di Natale, una raccolta firme per dire un secco NO all'ideologia gender nelle scuole.

100.000 persone hanno aderito all'iniziativa; un risultato eccellente se si considera l'enorme difficoltà nel sensibilizzare l'intera comunità su temi dove spesso ignoranza, indifferenza e indolenza padroneggiano. L'obiettivo è continuare su questa strada, cercando di raggiungere quota 120.000. Antonio Brandi, Presidente di ProVita Onlus, non nasconde tutta la sua soddisfazione per una campagna mediatica anti-gender che sta producendo ottimi frutti, ma al tempo stesso punta l'indice contro le istituzioni, a cominciare dal nostro Parlamento fino alle Regioni e il Ministero della Pubblica Istruzione Università e Ricerca. Circa 120.000 euro stanziati dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, 425.000 erogati dal MIUR.

Un ammontare spaventoso di fondi per iniziative volte a promuovere l'educazione di genere. In Senato si sta discutendo su un progetto di legge volto a promuovere la stessa educazione, a partire dal prossimo anno con altri 200 milioni pronti ad essere erogati.

Nell'attesa che il progetto di legge diventi legge ordinaria dello stato, in scuole materne, scuole elementari, medie e superiori, circolano questionari volti a conoscere sessualità e grado di omofobia di piccoli e giovani studenti.

Lo stesso Antonio Brandi non ci sta ed esclama: "Trovo semplicemente pazzesco che mentre le nostre scuole cadono a pezzi e i nostri figli devono portarsi la carta igienica a scuola, il nostro Governo considera una priorità assoluta educare i nostri bambini al gender". La raccolta delle firme termina fra pochi giorni. Settimane e settimane di intenso lavoro, molte adesioni, veder cambiare cultura e mentalità, specie quando ci sono istituzioni e politica in mezzo, non è facile.

"Si all'educazione cattolica e morale dei nostri figli, il resto NO". Il diktat di diverse famiglie, scese in campo per tutelare i loro rispettivi figli durante le loro fasi di crescita. La strada è faticosa, ma gli ostacoli non sono così insuperabili.