Domenica 15 marzo la guerra in Siria entra nel suo quinto anno di conflitto. Da allora sono stati più di 210 mila i morti e quasi 11 milioni e 200 mila i rifugiati. Secondo alcune stime delle Nazioni Unite dal momento in cui la crisi avrà fine ci vorranno più di 30 anni prima che la Siria torni ai livelli di crescita del 2010, quando il paese cresceva del 5 percento annuo in termini di prodotto interno lordo. Un periodo lunghissimo che rischia seriamente di allungarsi se il conflitto non avrà fine il prima possibile.

L'ascesa del fondamentalismo: gennaio 2013

Tutto ebbe inizio il 15 marzo 2011, quando sulla scia delle primavere arabe della Tunisia e dell'Egitto per le strade di Dar'a sfilano alcune proteste pacifiche. (leggi la prima parte dell'articolo). La guerra prosegue per cinque anni e le perdite iniziano a farsi sentire da parte dei ribelli, che pure avanzano costantemente. Tra essi iniziano a prendere il comando l'ala alawita, che viene finanziata da Qatar e Arabia Saudita. La Siria diviene sempre più teatro di guerra tra le correnti islamiche. E' così che tra i civili iniziano a formarsi comitati popolari, che hanno lo scopo di difendere i quartieri dalle atrocità delle milizie sunnite. La guerra siriana diventa sempre più un crogiolo di gruppi autonomi che si avventurano in azioni individuali. Il vero momento di rottura e di avanzamento dell'islamismo è però la battaglia di Quasayr, che vede il le forze lealiste vittoriose sui ribelli. E' l'11 aprile 2013 e grazie agli interventi degli Hezbollah libanesi e alle forze iraniane, Assad riconquista il centro nevralgico di Quasayr, che gli permetterà di prendere il controllo del sud est della Siria. Da questo momento nel Consiglio Nazionale siriano cominceranno delle lotte intestine. L'esercito ribelle comincerà a perdere posizioni e i gruppi si frantumeranno ulteriormente. E' in questo momento che prende piede L'Isis, che affianca il Fronte al-Nusra. L'Isis che nel frattempo ha preso il controllo del nord Iraq e nord della Siria inizia a combattere contro i ribelli per estendere il loro califfato anche verso i territori da loro conquistati.

Nascita dell'Isis: 29 giugno 2014

Al-Baghdadi, comandante dell'Isis proclama la nascita dello stato islamico il 29 giugno 2014 e chiede a tutti i musulmani di aderirvi.

Pochi mesi dopo, ad agosto, un alto comandande dello Stato Islamico ha dichiarato che nella Siria orientale non ci sono più comandanti dell'Esl. Tutti sono confluiti nelle armate dell'Isis. Da questo momento l'Isis diventa il nemico numero uno per l'Occidente, ridisegnando in qualche modo la figura di Bashar al Assad, finito solo un anno prima nell'occhio del ciclone per l'uso delle armi chimiche contro i ribelli.

Un restyling "ufficializzato" il 10 settembre 2014 quando il Presidente statunitense Barack Obama ha dichiarato "Daremo la caccia ai terroristi ovunque si trovino. Anche in Siria". Ammettendo quindi un fronte comune con il tiranno Assad.