Continuano le indagini sul caso legato alla morte di Yara Gambirasio: le ultime novità di oggi, venerdì 6 marzo, sono state pubblicate dal quotidiano il Mattino che riporta delle importanti testimonianze riguardanti il principale indiziato per il delitto della tredicenne di Brembate di Sopra, ovvero Massimo Giuseppe Bossetti. Infatti, una donna di Bergamo ha dichiarato di aver visto la povera Yara Gambirasio nella macchina del carpentiere di Mapello più di una volta, già dal mese di settembre del 2010, ovvero un paio di mesi prima della tragica serata di quel 26 novembre.



Oltre a questa testimonianza, c'è l'interessante deposizione di Giovanni Bossetti, padre 'non naturale' del muratore: l'uomo afferma che quella stessa sera il figlio avrebbe chiamato a casa sua e di aver chiesto alla madre, Ester Arzuffi, di poterlo raggiungere.

Yara Gambirasio, Bossetti accerchiato? 

Un'altra testimonianza inquietante finirà per aggravare ancora di più la posizione del Bossetti: infatti, un'amica della moglie del muratore ha raccontato agli inquirenti una confidenza che le avrebbe fatto la signora Marita Comi. La donna sarebbe venuta a conoscenza del fatto che Massimo Bossetti avrebbe accompagnato la moglie proprio sul campo di Chignolo d'Isola, dove venne ritrovato il cadavere di Yara Gambirasio. In base a queste testimonianze, sono tanti gli interrogativi che emergono: 1) Massimo Bossetti conosceva bene Yara? 2) perchè chiamò la madre la sera del delitto chiedendogli di raggiungerlo? Lo preoccupava qualcosa? 3) perchè Bossetti accompagnò la moglie proprio nel campo dove fu trovata Yara? 

Bossetti, tanti, troppi elementi a suo carico e una spiccata dote nel 'mentire'

Gli elementi a carico del carpentiere di Mapello si aggiungono giorno dopo giorno: non dimentichiamo le ricerche su Internet con le parole chiave come 'tredicenni rosse vergini' e quelle riguardanti i fatti di cronaca che avevano come argomento le violenze sessuali. La prova del DNA, le immagini delle telecamere di videosorveglianza e i fili dello stesso tessuto del sedile del suo furgone rinvenuti sui leggings di Yara sono altri importanti indizi che portano inevitabilmente alla colpevolezza di Massimo Giuseppe Bossetti. L'uomo, al contrario, continua a negare e a dichiarare la propria innocenza: gli inquirenti, però, sono convinti che il muratore di Mapello possieda anche una spiccata dote nel mentire ed è anche per questo motivo che difficilmente potrà arrivare una confessione riguardo al delitto della povera Yara Gambirasio.