L'Isisè tra noi? Meglio andarci con la massima cautela, come stanno facendo iservizi segreti italiani che monitorano la situazione sul web e non solo el'attenzione delle forze dell'ordine resta altissima. Del resto il nostro Paeseè un obiettivo dichiarato dell'organizzazione jihadista, sorta in Iraq dopo lacaduta di Saddam Hussein e successivamente sviluppatasi in Libia e in Siria.Facilitata dalla caduta anche di Gheddafi e dalle difficoltà di Assad alleprese con i ribelli interni. Non è la prima volta che ci rivolgono minacce,come quella che li dichiarava 'a Sud di Roma'; mentre recenti arresti inSardegna hanno acclarato che abbiano il Vaticano nel proprio mirino.

Ora delle nuove foto che stanno facendo il giro dei Socialstanno di nuovo procurando allarme, anche se si tratta soprattutto dipropaganda. Almeno per ora. Foto che ritraggono alcuni punti molto conosciuti didue importanti città italiane, accompagnate da minacce scritte in lingua araba,ma anche italiana e francese.

Minacce a Roma e Milano

Come riporta Virgilio, le foto riguardano Roma e Milano, contanto di scorci: dal Colosseo al Duomo fino alla stazione di Milano. Fotoriguardano anche mezzi della Polizia di Stato e della Polizia locale sempredella città meneghina, fermate della metropolitana, tratti autostradali (laMilano-Venezia, uscite di Dalmine e Trezzano sull'Adda) e bandiere dell'Expo.

Tuttolascia presagire che fossero diretti anche verso la città lagunare. Le scritte sono anche accompagnate da una sorta di logo del Califfato. E in taluni casi, sotto alla scrittaIslamic State in Rome, compare anche il nome di Omar al-Moktar. Quest'ultimoè considerato un eroe nazionale libico che condusse negli anni 20 la guerrigliaanticoloniale contro gli italiani. Lo stesso Gheddafi, in una delle sue pittoresche visite in Italia, portava sulpetto una sua foto quando fu impiccato dagli italiani.

Cosa hanno dichiarato Site e Servizi segreti

La direttrice del Site Institute, Rita Katz, che monitoral'attività degli jihadisti sul web, le foto stanno circolando su account Twitterdi sostenitori dell'Isis.

In particolare su quello di un tunisino fanatico delCaliffato, la cui reale pericolosità è al vaglio dell'antiterrorismo. Ci vannocoi piedi di piombo i Servizi segreti italiani, che se da un lato mantengonoalta l'attenzione, dall'altro vogliono evitare eccessivi allarmismi. Come riferisceuna loro fonte: 'non ci sono nuovi concreti elementi di allarme: siamo allaJihad della parola'.