Durante il Regina Coeli a San Pietro di lunedì dell'Angelo, Papa Francesco grida nuovamente il suo dolore nei confronti dei molti cristiani che muoiono martiri. E non si limita solo a questo. Oltre ad esprimere il proprio dolore esorta tutti gli Stati a non rimanere inerti, invita chi può fare qualcosa a proteggere i cristiani perseguitati. Sono purtroppo notizie recentissime, quelle che riguardano l'uccisione di 148 studenti cristiani in Kenya. L'attacco è avvenuto al campo universitario di Garissa in Kenya, dove oltre i morti, si contano circa 79 feriti.
E non si è a conoscenza ancora se il tragico bilancio sia destinato a salire. Pare infatti che altre persone manchino all'appello. "Loro sono i nostri martiri di oggi e sono tanti, - ha affermato Papa Francesco durante il Regina Coeli - possiamo dire che siano più numerosi che nei primi secoli. Auspico che la comunità internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine".
Basti pensare che meno di un mese fa si sono verificati gli attacchi terroristici a due chiese in Pakistan. Due esplosizioni che hanno costato la vita ad almeno 14 persone. Anche in questa triste occasione, il Papa aveva espresso il suo dolore contro la violenza durante l'Angelus di domenica 15 marzo.
Strage di cristiani, il Papa invita il mondo a non rimanere inerte
Le parole di Papa Francesco durante queste ultime festività non hanno fatto altro che invocare pace con il tentativo di scuotere le coscienze di fronte agli ultimi massacri di cristiani avvenuti in Kenya.
Il pontefice ha lanciato un'ulteriore appello, durante la preghiera di lunedì dell'Angelo a San Pietro, affinchè si possa fermare il sangue e la violenza nei confronti dei cristiani. Quello che ognuno può fare è siuramente di manifestare la propria solidarietà alle famiglie vittime di attacchi ingiusti, e pregare per tutte le persone che sono vittime della professione della propria fede.
Purtroppo, ancora nel 2015, i cristiani sono perseguitati e il dolore che rimane nelle famiglie colpite è grande, così anche la paura per la propria incolumità e dei propri cari.
Intanto gli studenti keniani, proprio nelle scorse ore, si sono organizzati in manifestazioni per chiedere pace e sicurezza. Sono scesi in piazza, nel centro di Nairobi, circa 200 studenti, con l'intento di far sentire la propria voce, l'unico mezzo che attualmente hanno a loro disposizione per difendersi.