Il Presidente di Expo 2015, Diana Bracco, risulta iscritta sul registro degli indagati per appropriazione indebita ed evasione fiscale. La sua posizione è atto dovuto in quanto presidente della Bracco spa. I magistrati ipotizzano che alcune fatture false siano state utilizzate per coprire lavori di ristrutturazione su barche e abitazioni.

I pm di Milano hanno anche accusato Diana Bracco, presidente di Expo 2015, di appropriazione indebita per una cifra che si aggira sui 3 milioni di euro. Il reato si sarebbe configurato in quanto alcune società di sua proprietà avrebbero utilizzato il denaro per lavori inerenti a barche e case private, intestate proprio a Diana Bracco, pratica questa che rientra appunto nella contestazioni di appropriazione indebita.

La difesa annuncia di aver già chiarito il tutto con l'Agenzia delle Entrate e che il fatto non ha rilevanze penali, almeno così spiega l'avv. Giuseppe Bana difensore della Bracco. Sempre il legale afferma: "Abbiamo già definito con l'Agenzia delle entrate attraverso il ravvedimento operoso - ha proseguito -, siamo solo al termine delle indagini preliminari e non è stata ancora formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio".

Dopo i problemi iniziali che hanno portato Expo 2015 alla ribalta più per le questioni giudiziarie piuttosto che per quelle insite nel carattere della manifestazione planetaria, questa è un'altra tegola che non fa certo ben sperare per il futuro della manifestazione.

Troppe le problematiche che stanno sorgendo e troppo pochi i visitatori, infatti al momento si è ben lontani dai 24 milioni previsti per riuscire a pareggiare, almeno parzialmente, i conti.

Tutte le strutture coinvolte in Expo 2015 stanno lamentando una sofferenza di presenze, cosa questa prevista da molti ma smentita da tutti gli addetti ai lavori.

Nonostante le premesse all'ottimismo del Premier Renzi, purtroppo, sembra che la ragione stia andando verso coloro i quali hanno bollato Expo 2015 come un'enorme e colossale flop. Il tempo dirà chi ha ragione, per il momento il presidente in carica si deve difendere da accuse che, se confermate, porterebbero altro fango su questa occasione fallita.