Il terremoto in Nepal, scatenatosi il 25 aprile, ha avuto un effetto biblico non solo per i danni materiali, distruzione e vittime che ha lasciato sul terreno ma è stato talmente forte da colpire anche il cielo! La potenza del Terremoto in Nepal, infatti, ha avuto gli effetti di un'immensa esplosione e ha generato un'onda di energia, il cui contraccolpo, si diffuso fino agli strati più alti della ionosfera, fino ad un'altezza di 1.000 km che è, appunto, l'altitudine massima della ionosfera.

Il contraccolpo è stato verificato grazie alla variazione di distribuzione degli elettroni presenti nella ionosfera, variazione che a sua volta è stata misurata dai satelliti gps presenti sul Nepal al momento del terremoto e che hanno inviato i dati rilevati alla stazione gps di Lhasa in Tibet. La misurazione di tali variazioni è possibile grazie ad uno specifico sistema messo a punto dalla Nasa, denominato Vtec ovvero vertical electron content e ha permesso di vedere l'andamento e l'intervallo, compreso tra i 2 e gli 8 minuti, delle onde di energia, provocate dal sisma, che hanno disturbato la distribuzione degli elettroni.

Come specificato da Focus.it, che ha divulgato la notizia, a prescindere dal caso specifico è chiaro che questo sistema di monitoraggio e misurazione delle onde di energia provocate dai terremoti, assume un'importanza fondamentale in almeno due tipologie di ricerca. La prima riguarda lo studio dell'atmosfera del pianeta ed in particolare la ionosfera, permettendo di conoscerne meglio le caratteristiche proprio attraverso la misurazione delle variazioni e l'influenza che queste potrebbero avere sul pianeta. La seconda riguarda gli effetti scaturiti dalla potenza dei terremoti che si verificano in prossimità delle coste e rappresenta un ottimo strumento per la rilevazione in tempi brevi di possibili tsunami; un rilevamento più veloce può ampliare il tempo a disposizione per avvertire la popolazione interessata, permettendo una evacuazione per tempo e limitando i danni apocalittici come quelli verificatesi in Giappone e Sumatra con centinaia di migliaia di morti.