Venite, c’è un ragazzo che è stato ferito da un pettine’. Sarebbe questa la frase che gli inquirenti guidati dal PM di Civitavecchia, Alessandra D'Amore stanno cercando di analizzare per tentare di fare luce sulla morte di Marco Vannini, il 22enne di Ladispoli ucciso lo scorso 17 maggio da un colpo di pistola partito dal padre della fidanzata. Lui, Antonio Ciontoli, 48 anni, sottufficiale della Marina impiegatonei servizi segreti, avrebbe ammesso che il colpo mortale è partito accidentalmente mentre stava mostrando la propria arma al ragazzo. Troppe però le incongruenze del racconto di Ciontoli, punti oscuri che hanno convinto il PM D’Amore a dare il proprio ok all’iscrizione nel registro degli indagati di tutta la famiglia del Ciontoli con l’accusa di omicidio volontario.

Le ultime notiziesulla morte di Marco Vannini aggiornate ad oggi 30 settembre si concentrano dunque sulla dinamica con la quale è accaduto il tutto ma anche sulle tempistiche con le quali è stato prestato soccorso al ragazzo. L’ipotesi, tragica e triste in un sol tempo, è che Marco Vannini potesse essere salvato con un intervisto più tempestivo. Certo quello di Vannini è uno dei casi di cronaca più articolati degli ultimi mesi.

NewsMarco Vannini oggi 30 settembre: il ragazzo ferito da un ‘pettine’, quella chiamata al 118 non convince per nulla

Nel momento in cui si consumava la tragedia, nella villa di Ciontoli era presente quasi tutta la famiglia (nello specifico la moglie, la figlia e il fratello conla propria fidanzata).

Tutti potrebbero aver visto, sentito o ‘partecipato’ alla cosa, da qui la decisione di iscrivere un intero nucleo familiare nel registro degli indagati. Le ultime news sulla morte di Marco Vannini relative ad oggi 30 settembre si concentrano innanzitutto sulla dinamica dei fatti. Un sottoufficiale della Marina impiegato nei servizi segreti ha senz’altro la capacità di maneggiare le armi, appare dunque quanto meno insolito che un colpo di pistola parta inavvertitamente considerato inoltre che in casi del genere le armi non vanno mai puntate ad altezza d’uomo.

In secondo luogo gli inquirenti non si spiegano ancora perché la chiamata ai soccorsi sia stata così ritardata: la prima telefonata è stata addirittura annullata, la seconda invece ha il contenuto che abbiamo esposto in apertura. Se era stato un incidente domestico con annesso utilizzo di un’arma da fuoco perché parlare di un pettine?

Staremo a vedere come proseguiranno le indagini. Se volete rimanere aggiornati su questo e altri fatti di cronaca nera vi invitiamo come sempre a cliccare sul pulsante ‘Segui’ collocato in alto a fianco al nome dell’autore.