E' prevista per domani, venerdì 8 gennaio, salvo imprevisti, la nuova udienza del processo ne confronti del muratore Massimo Bossetti accusato del delitto della giovane Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata poi cadavere il 26 febbraio 2011. Nel corso dell'ultima udienza, che si è svolta lo scorso novembre, in aula davanti ai giudici della corte d'assise di Bergamo hanno portato la loro testimonianza i sottoufficiali del Ris che hanno eseguito le analisi di tipo genetiche sulle tracce biologiche ritrovate sul cadavere di Yara Gambirasio.

Omicidio Yara Gambirario, attesa per l'udienza dell'8 gennaio

Il 27 dicembre scorso, l'imputato per omicidio ha avuto la possibilità di partecipare al funerale del padre legittimo, il signor Giovanni Bossetti, morto per una malattia che si è aggravata con l'arresto del figlio "inchiodato" dal Dna dal quale emerso che il presunto omicida è stato messo in vita un altro padre biologico nell'ambito di una relazione extraconiugale con la madre. Massimo Bossetti, il giorno del funerale, ha preso la parola in chiesa dove ha ricordato commosso la figura del padre scomparso. "Si possono avere sorelle, fratelli, moglie e figli - ha detto - ma quando mancano i genitori non si è più nessuno. Papà - ha aggiunto - riposa in pace".

Dopo il funerale, l'imputato a la mamma Ester Arzutti si sono stretti in un lungo abbraccio e sono scoppiati in lacrime, poi l'uomo è stato riaccompagnato in carcere dagli agenti di polizia penitenziaria.

Massimo Bossetti l'unico imputato, il processo ruota sul Dna

Tra giustizia terrena e giustizia divina si è espresso sulla vicenda anche il parroco di Terno d'Isola, don Renato Belotti, che ha celebrato i funerali del signor Giovanni Bossetti.

Il prete, parlando del muratore imputato, da detto ha spiegato di avere provato la sensazione di avere davanti a sé "una persona buona dentro di sé". Parlando della terribile accusa di omicidio che pende nei confronti dell'uomo "non sta a me giudicare - ha detto il prete -, prendo atto della situazione e del coraggio - ha proseguito - di aver voluto dire qualcosa". Non sono mancate parole di misericordia. "La giustizia umana faccia il suo corso - ha sottolineato don Renato Belotti - il perdono e la misericordia sono divini".