Il 19 marzo fu data la notizia dello schianto aereo che portò alla morte 62 persone (55 passeggeri e 7 membri dell'equipaggio), nel Boeing 737-800 della compagnia aerea di viaggi low cost FlyDubai diretto in Russia e più precisamente a sud verso Rostov sul Don. Le notizie non davano nessuno strano avvenimento quando i piloti dell'aereo hanno comunicato alla torre di controllo di voler effettuare un'altro giro sull'aeroporto prima di atterrare sulla pista situata a nove chilometri dalla cittadina; avvenimento confermato ai Media dall'amministratore delegato della FlyDubai Ghaith al-Ghaith, in cui si diede l'esclusione di qualsiasi forma di atto terroristico responsabile dell'incidente. 

Il tentativo di atterrare

Il boeing 737-800 era decollato dall'aeroporto di Dubai alle 19:38 minuti (orario italiano) e avrebbe dovuto atterrare circa tre ore dopo all'aeroporto di Rostov sul Don.

I piloti hanno incontrato delle difficoltà verso le 23:17 circa quando, nelle prime operazioni d'atterraggio si sono scontrati con la pioggia e le forti raffiche di vento. Questo li portò a desistere e girare intorno alla zona rimandando le nuove fasi dell'atterraggio venticinque minuti dopo (alle 23:42); tentativo fallito quando a 525 metri di altezza dalla pista, il comandante dell'aereo ha avvertito delle ulteriori difficoltà. Aiutato dalla postazione di controllo dell'aeroporto si è deciso quindi di riportare l'aereo a 2.400 metri di quota inserendosi nel "circuito di attesa" dello spazio aeroportuale, aspettando di avere conferma da terra per un nuovo tentativo di atterraggio.

Circa un'ora dopo, all' 1:24 viene dato il permesso al comandante del volo FZ981 di atterrare sulla pista 22, ma anche questa manovra fallisce e li obbliga a riportare l'aereo a 1.226 metri di quota.

Il resoconto della scatola nera

Nuove rivelazioni portate dalle indagini comunicano che subito dopo, senza alcuna spiegazione plausibile, l'aereo ha iniziato a precipitare verso la pista d'atterraggio ad una velocità di 6,4 chilometri al minuto. Gli esami non sono ancora conclusi, ma dai risultati presi da una delle scatole nere dell'aereo si sentono le parole del pilota cipriota 38enne, Aristos Sokratous, rassicurare il suo collega spagnolo 37enne, Alejandro Cruz Alava. Al secondo pilota viene ripetuto più volte di non preoccuparsi per qualcosa che in quel momento stava accadendo a bordo dell'aereo e subito dopo i seguenti fatti si sentono nella registrazione le parole: "No, non farlo!"; probabilmente nello stesso momento in cui viene disattivato il pilota automatico del Boeing 737-800, che fuori controllo precipita in picchiata.

Malgrado gli allarmi dei dispositivi di bordo 'intimino' di effettuare una cabrata per riguadagnare quota e stabilizzarsi, questa operazione sembra resa impossibile dalla velocità ormai acquisita dall'aeromobile, e in quei pochi istanti, all'1:41 e 56 secondi, prima che vada a schiantarsi disintegrandosi sul suolo dell'aeroporto di Rostov sul Don nei pressi della pista 22, si sentono le urla terrorizzate di molti dei suoi passeggeri.