L'accusa per Ahmad Khan Rahami, il giovane di 28 anni che ha piazzato alcuni ordigni esplosivi in New Jersey e a New York nel popoloso quartiere di Chelsea provocando 29 feriti, è pesantissima: detenzione di armi di distruzione di massa da utilizzare con finalità di terrorismo internazionale. Sembra che l'attentatore da tempo fosse in contatto con alcuni capi jihadisti in Siria che lo avrebbero convinto aradicalizzarsi e ad organizzare un grande attacco sul suolo statunitense.

Le bombe artigianali piazzate sarebberostatein tutto otto, anche se per fortuna solamente una è esplosa ed è quella che ha provocato i feriti del quartiere Chelsea: non è ancora sicuro ma sembra che il giovane attentatore avesse nascosto in casa sua altri esplosivi per usarli successivamente.

Il nuovo capo d'accusasi aggiunge alle altre accuse già formalizzate: tentato omicidio e porto d’armi illegale.

I legami con la jihad e i viaggi

Rahami negli ultimi tempi si era recato molte volte in Pakistan e Afghanistan e lì sarebbe venuto in contatto con alcuni capi jihadisti che lo avrebbero convertito alle idee più radicali dell'Islam e lo avrebbero indottrinato fino a farlo diventare un potenziale terrorista.

In Pakistan l'uomo si sarebbe anche sposato con una donna anche lei molto vicina alle idee dei jihadisti, e con lei sarebbe tornato negli Stati Uniti e avrebbe iniziato la preparazione dell'attacco di New York e del New Jersey mentre continuava a studiare e lavorare come sempre per non destare sospetti.

Il padre si era accorto già nel 2014 che il comportamento del figlio era cambiato e che molto probabilmente era stato indottrinato all'Islam radicale ed aveva denunciato tutto all'FBI.

Il diario

Nella camera delgiovane uomo attentamenteperquisita dalle forze di sicurezza statunitensi è statoritrovato un diario pieno di annotazione sucome procurarsi esplosivi e come fabbricare una perfetta bomba e c'erano anche citazioni tratte da discorsi di alcuni capi del sedicente Stato islamico.

Nello stesso diario il potenziale killer elogiava il capo dell'ISIS Al Baghdadi, Osama BinLaden, i due fratelli che attaccarono la maratona di Boston,gli attentatori delleTorri Gemelle e unimam radicale di nome Anwar al-Awlaqi, considerato uno degli ideologi di Al-Qaedaeliminato da un drone nello Yemen nel 2011; parole di elogio anche per il militare americanoche provocò una strage dei suoi stessi colleghi nella base di Fort Hood nel 2009.

Le indagini

Gli inquirenti si sono subito orientatisulla pista del terrorismo internazionale perché gli indizi che portavano ai possibili attentati di matrice islamica sono stati subito chiari e anche il modus operandi dell'attentatore era chiaramente quellodi un uomoaderente alla jihad. Si indaga anche sulla moglie che pochi giorni prima dell'attentato si sarebbe recata negli Emirati Arabi Uniti: non si sa se per sfuggire ad una eventuale cattura, per non collaborareoppure per non essere coinvolta nei folli piani del marito.