La deputata svizzera Lisa Bosia Mirra è stata fermata ieri mattina dalle Guardie di confine e dalla Polizia cantonale, mentre cercava di portare in Svizzera diversi emigranti. Adesso la 43enne e il suo complice sono accusati di favoreggiamento all'entrata illegale di profughi.

Non era il primo viaggio del genere

Per le autorità elvetiche Lisa è una "passeur", ovvero una persona che favorisce il trasporto clandestino dei profughi da una nazione all'altra. La deputata socialista scortava, con la sua auto, un furgone che trasportava 4 africani minorenni.

La Bosia Mirra ha avviato molte campagne, negli ultimi anni, per rendere il Ticino più aperto e accogliente. Famose anche le sue iniziative dirette a far comprendere gli orrori commessi nelle nazioni da cui i profughi fuggono. Ieri la donna e il suo complice hanno confessato che non era il primo viaggio del genere. Lisa voleva e vuole aiutare i migranti ad entrare in Svizzera. Vuole che i profughi abbiano una vita libera e dignitosa.

La Bosia Mirra è stata sottoposta a numerosi interrogatori, durante i quali ha sottolineato che i suoi viaggi erano stati sempre organizzati per "motivi umanitari". Lisa è assistita dall'avvocato Pascal Delprete. Quest'ultimo ha equiparato la vicenda della sua assistita a quella che vide protagonistaGuido Rivoir, un pastore di Lugano che negli anni '70 fece entrare clandestinamente in Svizzera 400 profughi cileni.

Il pastore venne prosciolto da ogni accusa.

Secondo Delprete, l'atteggiamento della sua cliente è analogo a quello del pastore luganese. La donna, infatti, aveva organizzato i viaggi per "motivi umanitari". Era la coscienza che la spingeva a far entrare in Svizzera persone che fuggivano da guerre e carestie.

Entrata in Svizzera dal valico di San Pietro di Stabio

Le autorità elvetiche, inflessibili, non vogliono sentire ragioni, ed ora la Bosia Mirra è accusata di favoreggiamento dell'entrata illegale. La vettura della deputata socialista e il furgone che trasportava i 4 minorenni africani era entrata in Svizzera dal valico di San Pietro di Stabio.

Il complice della donna è in stato di fermo.

Mercoledì scorso la 43enne aveva denunciato la continua violazione dei diritti dei profughi che vengono allontanati sistematicamente nei pressi della dogana di Chiasso.