In questi giorni sta facendo molto discutere l’emendamento, presentato dai deputali del Partito Democratico Anzaldi, Preziosi e Cova, in cui è prevista una tassa sui cani non sterilizzati. L’emendamento prevede l’istituzione di una tassa comunale annuale, il cui importo non è ancora stato quantificato, a carico di tutti i proprietari di cani non sterilizzati. Sono esentati dal pagamento della tassa sui cani non sterilizzati, gli allevatori professionali, i proprietari di cani guida per i ciechi, di cani adibiti alla custodia di edifici rurali e del gregge, ed anche i possessori di cani adibiti ai servizi per l’Esercito e quelli alla pubblica sicurezza, e ad altre categorie sociali, la cui individuazione spetta eventualmente ai Comuni.

Secondo il deputato del PD Michele Anzaldi, lo scopo di tale tassa dovrebbe essere quello di diminuire il randagismo, ed il suo impatto economico sulle casse dello Sato. Ovviamente, chi procederà alla sterilizzazione del proprio cane, producendo un certificato emesso da un veterinario abilitato ad accedere all’anagrafe regionale degli animali di compagnia, non dovrà pagare tale tassa.

La tassa sui cani non sterilizzati serve alla lotta al randagismo?

Parlando di leggi, c’è da precisare che da luglio 2008 è in vigore per i Comuni italiani l’obbligo di destinare, almeno il 60% dei fondi, alla sterilizzazione dei randagi e alla lotta al randagismo. In poche parole, il Partito Democratico ha pensato bene di introdurre una tassa per finanziare qualcosa che i comuni dovrebbero già fare da ben otto anni.

Le persone favorevoli alla tassa sui cani non sterilizzati, sostengono che questa tassa andrebbe a diminuire il numero di cucciolate fatte a casaccio e quindi anche il numero di abbandoni ed il randagismo. Ma il punto è che la gran parte delle persone, nemmeno sa cosa sia un microchip e difficilmente registra il proprio cane all’anagrafe canina .

Non esiste un controllo sui microchip, così come non esistono controlli sull’applicazione delle leggi già esistenti, e quindi, ad essere penalizzati alla fine sono i solo i proprietari di cani che già rispettano la legge e che hanno regolarmente registrato i loro cani all’anagrafe canina. Tutti quelli che non sono in regola con quanto previsto dalla legge in merito al possesso di cani , e ce ne sono davvero molti, alla fine trattandosi di animali “fantasma” non solo non pagheranno la tassa e non sterilizzeranno i propri cani, ma continueranno a fare cucciolate non registrate.

Con questo emendamento si rischia soltanto di peggiorare il problema del randagismo. Ricordiamoci che esistono persone che ogni anno durante le ferie abbandonano il proprio cane pur di non pagare la pensione o un dog sitter, e tali persone sicuramente non ci penserebbero su due volte prima di abbandonare il proprio cane pur di non pagare una tassa annuale o le spese di sterilizzazione. C’è chi invece preferirà fare cucciolate clandestine per coprire il costo della tassa, incrementando maggiormente il problema del randagismo.

Se davvero in Italia si volesse combattere seriamente il randagismo, si dovrebbe pensare a programmi a lunga scadenza, come ad esempio diffondere una corretta cultura cinofila iniziando già dalle scuole, si dovrebbero istituire maggiori controlli e pene più severe per la tutela degli animali, affinché casi tristemente noti venuti ultimamente alla ribalta nazionale, non si verifichino più.

Il randagismo, gli abbandoni ed il maltrattamento degli animali sono dei problemi seri che vanno combattuti con misure propositive e non tassando i cittadini italiani già ridotti all’osso.

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