Il 24 agosto 2016 il terremoto ha colpito per la prima volta il centro Italia: i borghi più colpiti furono amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Successivamente, il 27 e poi il 30 di ottobre, altre scosse di grande intensità hanno causato nuova distruzione in Umbria, Marche e Lazio. Fortunatamente in questi altri casi non ci sono stati morti, ma l'area bisognosa di aiuto si è enormemente allargata.

Il grido di Amatrice

Gli abitanti di Amatrice, quelli che sono rimasti a vivere nelle frazioni e nelle aree limitrofe al centro storico che ormai non esiste più, hanno iniziato progressivamente a sentirsi abbandonati.

Non solo dopo il sisma del 30 ottobre, anche se di certo questo ha aggravato la loro situazione visto che le forze dell'ordine e i volontari sono stati chiamati altrove, ma già da prima. A fare il punto della situazione è stato ilsindaco di Amatrice, sergio pirozzi,venerdì4 novembre, ai microfoni di Radio Amatrice. Pirozzi ha fatto presente che la sua gente èormai isolata: la viabilità è compromessa e da tempo lui aveva chiesto il ripristino di due vie di accesso al borgo, la Romanella e il bypass di Retrosi. Queste strade allo stato attuale non sono percorribili dai mezzi di soccorso, dagli scuolabus e dai furgoncini che trasportano il latte. Pirozzi ha sottolineato che questo isolamento non è stato causato dal nuovo sisma, ma dalle lungaggini burocratiche che in tutto questo tempo non hanno permesso la soluzione del problema, da lui richiesta a gran voce.

Anche se arrivassero i container, ha aggiunto, non sarebbe possibile trasportarli in loco se non con gli elicotteri.

"O mi ascoltate o me ne vado"

Alla fine Sergio Pirozzi ha espresso il suo disappunto: o finalmente qualcuno gli dà delle risposte, o lui riconsegna le chiavi e se ne va lasciando che qualcun'altro gestisca l'emergenza, portando via la sua gente. Il drammatico appello di Pirozzi rende evidente il sentimento delle persone, la sensazione di abbandono che tutti provano.

Il Comune di Amatrice ha fatto sapere oggi che da lunedì 7 novembre i bambini andranno a scuola sulla costa, a San Benedetto del Tronto, a causa dell'impraticabilità delle strade. Appare evidente che per evitare che i territori colpiti dal sisma si spopolino bisogna agire in fretta dando supporto, senza attendere i tempi delle gare di appalto. Ma in questi due mesi niente si è ancora mosso.