Non conosce fine la storia di Tiziana Cantone, morta suicida lo scorso settembre dopo lo scandalo dei post andati in rete senza il consenso della ragazza. Dopo tre mesi dalla tragica scomparsa, la madre di Tiziana riceve una lettera in cui l'avvocato di una delle società citate in Tribunale dalla Cantone reclamando un risarcimento di 5.000 euro a fronte delle spese legali sostenute nel processo dello scorso anno. All'epoca e a seguito della pubblicazione di fotografie e video a luci rosse, Tiziana aveva portato in Tribunale vari siti internet e provider, tra cui Appideas.
Ed è proprio quest'ultima che tramite il proprio legale chiede la pesante somma.
La decisione del Tribunale
Quando Tiziana Cantone era ancora in vita ed era venuta a conoscenza della divulgazione di fotografie e video su diverse piattaforme online aveva presentato un esposto al Tribunale di Napoli. La richiesta chiedeva l'immediata cancellazione del materiale pornografico non autorizzato e un sollecito formale a cambiare il nome completo o almeno il cognome.
La ragazza dopo aver scoperto che era diventata molto nota sui social network aveva perso anche il lavoro e caduta in una forte depressione. Il giudice accolse in parte la richiesta di Tiziana, dando parere positivo per quanto riguarda la rimozione del materiale a luci rosse.
Tuttavia, la condanna al pagamento delle spese legali sostenute dalla controparte. In effetti Citynews, Youtube, Yahoo e Google rinunciano a detto risarcimento dopo il suicidio della Cantone.
L'ira della famiglia
Senza entrare nel merito della decisione del giudice, Tiziana è stata obbligata a rimborsare 3.645 euro a ognuna delle cinque società citate più una quota delle spese generali del processo.
Ora l'avvocato Francesco Pianese della Appideas, che non rinuncia a quanto stabilito dal giudice del Tribunale di Napoli, chiede alla mamma della ragazza 5mila. Ben 1.355 euro in più, e una spiegazione poco cordiale -”Ho lavorato, è giusto che prenda i miei soldi”- -”Un'azione fuori da ogni logica”- esclama furente il legale della famiglia Cantone, Andrea Orefice.