Una minorenne di Sapri, in provincia di Salerno, si è scattata un selfie 'senza veli' nella sua cameretta e l'ha inviato al fidanzato. La giovane credeva che il fidanzatino tenesse solo per sé quello scatto. Sbagliava. In men che non si dica, il selfie è finito in diversi gruppi di Sapri mediante WhatsApp. Il padre e la madre della ragazzina, adesso, sono disperati. Non sanno quello che fare.

Un caso simile a quello di Tiziana Cantone

In provincia di Salerno è scoppiato un caso che ricorda quello di Tiziana Cantone. Stavolta però la protagonista è minorenne.

Questa non avrebbe mai immaginato che il fidanzatino potesse compiere un gesto simile, ovvero condividere un suo selfie 'piccante' con altre persone. Non doveva fidarsi. Con WhatsApp, Facebook ed altre piattaforme, oggi una foto rischia di diventare virale nel giro di pochi minuti. Sulla pagina Facebook della Polizia delle Comunicazioni è stato pubblicato un post in cui si sottolinea che a Sapri è scoppiato un caso analogo a quello di Tiziana Cantone. Sembra che il padre della minorenne abbia appreso la notizia da un collega. Questo, attraverso WhatsApp, aveva visto il selfie 'senza veli'.

Due genitori di Sapri stanno vivendo momenti terribili. Il papà dell'adolescente ha lanciato un appello, mediante il Giornale del Cilento, affinché venga eliminato quel selfie compromettente.

L'uomo chiede a tutti quelli che hanno la foto della figlia sul proprio telefonino di eliminare immediatamente lo scatto e, soprattutto, non inviarlo a nessuno. Una richiesta che difficilmente verrà accolta da tutti. E' troppo forte, infatti, la tentazione di condividere.

La madre della minorenne non esce di casa per la vergogna

Sembra che la madre della minorenne non esca di casa da molto tempo perché si vergogna. I 2 genitori di Sapri sanno bene che la figlia ha sbagliato ma vogliono evitare che la vicenda assuma i contorni di quella di Tiziana Cantone. C'è il rischio, infatti, che il disagio prenda il sopravvento e la teenager possa compiere gesti inconsulti. A Sapri è scoppiato uno scandalo che si fonda sulla tecnologia. Anni fa, quando non esistevano WhatsApp e i social, casi del genere non sarebbero di certo accaduti.