Jenni Galloni è morta all'inizio della settimana in una abitazione sita alla periferia di Bologna, la ragazza, 25 anni, era al quarto mese di gravidanza. Il cadavere è stato scoperto da un coinquilino della giovane che ha chiamato subito la polizia. Gli inquirenti fanno sapere di non aver individuato per ora nessuna causa comprovata che abbia causato la sua morte, non ci sono segni di violenza sul corpo e non sono state trovate droghe nell'appartamento. Il PM Stefano Orsi, incaricato delle indagini, ha ordinato l'autopsia sul cadavere della ragazza e la prova tossicologica.

Una foto drammatica

Se i fatti fossero solo questi, si potrebbe dire di essere davanti ad un caso tristissimo di cronaca, uno dei tanti che vedono le donne vittime, ma forse le cose non sono così semplici. La mamma della ragazza ha pubblicato sul profilo Facebook della figlia una foto che la ritrae morta all'obitorio, un lenzuolo le copre le gambe, l'addome mostra una leggera rotondità dovuta alla gravidanza, il viso di Jenni pare dormire, se non fosse per il colorito cereo che traspare.

La foto, già drammatica di per sè, è stata accompagnata da un post in cui la mamma della giovane esterna tutta la sua rabbia e accusa gli amici della figlia di essere responsabili della sua morte. Questo post, ma soprattutto la foto di Jenni, hanno scatenato la rete che ha sommerso con ben 4500 commenti l'iniziativa della donna.

Alcuni di questi commenti esprimono pietà e solidarietà, ma sono moltissimi quelli che trovano disdicevole che una foto tanto privata sia su un Social, è come se si profanasse anche il ricordo di Jenni che appare sul suo profilo anche con molte altre foto in cui è felice con il suo cane.

Cadaveri in rete

Molti utenti si sono rivolti direttamente a Facebook per chiedere la rimozione della foto e mettere fine allo stillicidio vergognoso di commenti volgari, ma la foto, secondo i responsabili del Social, non violerebbe lo standard della comunità.

A onor del vero, quella di Jenni non è la prima foto di un cadavere che appare su FB, ci sono le foto dei bimbi di Aleppo postate dal Cinereporter Nino Fezza che testimonia con immagini davvero forti, la guerra in Siria e poi, caso molto noto, il cadavere del povero Stefano Cucchi, mostrato pieno di ecchimosi, ma per motivi totalmente diversi.

Il dolore della mamma di Jenni è comprensibile e lo sono anche la sua rabbia e il suo rancore, ma dispiace dover ricordare una giovane donna sul freddo tavolo di una anonima camera mortuaria d'ospedale e non sorridente tra i suoi affetti.