L'allarme influenza aviaria lanciato dalle Associazioni Gaia e Amici della terra si basa su dati concreti: i numeri dei focolai dell'epidemia riscontrati in Europa nelle ultime settimane sono impressionanti, ben 214 casi nel pollame domestico e 247 casi nella fauna selvatica. Le due associazioni chiedono lo stop immediato della caccia e il divieto definitivo di utilizzo di richiami vivi ora e per il futuro.

Un rischio reale anche per il Ministero

Il Ministero della Salute valuta seriamente le possibilità di contagio della aviaria da fauna selvatica, ma ha ripristinato solo il divieto temporaneo all'utilizzo di uccelli da richiamo vivi nella caccia, anche se e ha imposto norme molto severe relativamente all'igiene e al trasporto del pollame ai gestori di allevamenti.

Le associazioni ecologiste Gaia, Amici della Terra e Laboratorio Ambiente ribadiscono con forza che tutto ciò non è ancora sufficiente e che l'uso di richiami vivi è vietato in tutta l'Unione Europea e quindi non è il caso di consentirli in Italia tramite l'uso di deroghe alla normativa in vigore. Il Presidente di Gaia, Edgard Mayer, rincara la dose dicendo che il richiamo con animali vivi è una pratica vigliacca e ora, vista l'epidemia in corso, anche molto pericolosa per la salute generale e chiede che il divieto a questa pratica venga adottato fin da subito anche in Italia.

La chiusura della caccia diventa indispensabile

Stefano Apuzzo, presidente di Amici della Terra Lombardia, chiede senza mezzi termini la chiusura anticipata della caccia almeno nella sua regione, anche perchè le condizioni climatiche particolarmente rigide, provocano una moria di uccelli e rendono particolarmente difficoltosa la sopravvivenza dei soggetti più forti.

Durante l'estate sia Gaia che gli Amici della Terra Lombardia avevano denunciato una grave moria di germani nel territorio del Parco Agricolo Sud e zone limitrofe, e avevano provveduto a chiedere uno stop della caccia in quei luoghi, ma la loro richiesta non era stata accolta, ora con quello che sta accadendo, la chiusura della caccia diventa un provvedimento imprescindibile per la tutela della salute della fauna, dei volatili cresciuti in allevamento e per gli umani.