Il Pd ormai è al limite, la scissione è ormai imminente. Dopo l''Assemblea nazionale Matteo Renzi si è dimesso da segretario del Pd lanciando però una sfida alla minoranza. "Peggio della scissione c'è solo la parola ricatto" ha detto, rivendicando la decisione di andare a congresso. Il congresso, secondo lui, è una discussione democratica che "distingue il modello PD da quello 5 Stelle e dal modello Arcore". Al gruppo che gli ha chiesto di farsi da parte ha risposto che la richiesta non è democratica e somiglia ad un ricatto. Guglielmo Epifani, ex segretario generale della CGIL ed ex segretario del Partito Democratico, ha replicato che se Renzi ha deciso di proseguire, la minoranza prenderà le sue contromisure e farà una scelta.

Bersani ha invece commentato duramente "se continua così, si va a sbattere". Anche il governatore della Toscana Enrico Rossi, che sembrava fosse intenzionato a lasciare il partito, potrebbe ora concorrere alla carica di segretario.

Gli appelli a Renzi

Diversi erano stati gli appelli fatti all'ex Premier ed i tentativi di mediazione per prendere tempo in vista del Congresso, che quindi si svolgerà entro i prossimi quattro mesi. Ma Renzi è convinto che con il referendum si sia creata una frattura nel paese, dal momento che il referendum è stato identificato e personalizzato con l'ex premier e "dopo il 4 dicembre", dice Renzi, "è tornata la Prima Repubblica ma senza la qualità della classe dirigente della prima Repubblica".

Il parere del ministro Graziano Delrio è che con la scissione del Pd il governo risulterà indebolito e che sarebbe più opportuno riprendere in mano la discussione, riallacciare un dialogo, e probabilmente il Congresso è l'unico mezzo utile per farlo.

Le numerose scissioni della sinistra italiana

La sinistra non è nuova alle divisioni, ricorda quasi un secolo di scissioni ed il Partito è nato proprio con una lacerazione, quella di Livorno, tra i socialisti nel 1921, che segnò la nascita del Partito Comunista Italiano.

Durante la Guerra fredda, nel Psi c'è un'altra scissione, con Giuseppe Saragat che tenne a battesimo i socialdemocratici, rifiutando Pietro Nenni. La nascita del centrosinistra, nei primi anni '60, conduce verso una nuova scissione: nel 1964 nasce il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, Psiup, che nel 1972, si auto scioglie per confluire nel Pci.

Con la scissione social-democratica nasce il Partito Socialista Democratico Italiano, Psdi nel il 1969. Nel 1991, durante un congresso del Pci inizia la nuova avventura della sinistra italiana con l'avvento del Partito democratico della Sinistra, Pds, con Achille Occhetto, contestato da Cossutta e altri, che fondano quindi il partito della Rifondazione Comunista. Nel 1995 i gruppi di Rifondazione si dividono ulteriormente: in 14 deputati danno vita ai Comunisti Unitari. L'11 ottobre 1998 il Governo Prodi viene affondato da Rifondazione Comunista e il partito si spacca in due: l'ala d'opposizione del segretario Fausto Bertinotti e quella legata a Cossutta. Nascono i Democratici di Sinistra mentre e nel 2009 Sinistra Ecologia Libertà. Nel 2007, al termine del processo di fusione tra Ds e Margherita, ha inizio il Partito Democratico, oggi a rischio di scissione.