Sabato scorso, 18 marzo, verso le 8:30, Parigi è stata di nuovo scossa dall'incubo terrorismo, quando un uomo, un pregiudicato di nazionalità francese di 38 anni, ha forzato un posto di blocco a nord della capitale per poi dirigersi verso lo scalo di Orly, dove si è impossessato del mitra di una soldatessa con l'intento di compiere una strage. Secondo le ricostruzioni l'attentatore, Zyed Ben Belgacem, ha dapprima forzato il posto di blocco nei pressi di Stains, periferia nord di Parigi, sparando ad un poliziotto e colpendolo a morte. Avrebbe poi rubato l'auto di una passante per dirigersi verso orly, dove ha afferrato il mitra della militare, che ha però opposto resistenza, dando tempo ai colleghi di intervenire e neutralizzarlo uccidendolo.

L'uomo era già noto ai servizi di intelligence perché sospettato di essersi radicalizzato in carcere. Nella sua borsa sono stati rinvenuti una tanica di benzina, un Corano, 750 euro in contanti, un pacchetto di sigarette e un accendino. Avrebbe inoltre ripetuto più volte il nome di Allah, sia a Vitry dove si è impossessato dell'auto, sia ai militari in aeroporto. Fortunatamente, non ci sono stati feriti e lo scalo, dove in quel momento transitavano tremila passeggeri, è stato temporaneamente chiuso per permettere alle unità antiterrorismo di svolgere le necessarie indagini. I voli sono stati deviati verso l'aeroporto di Charles de Gaulle.

Ieri mattina sono stati interrogati anche il fratello e il cugino di Ben Belgacem, che vengono trattenuti in custodia.

Il padre è invece stato quasi subito rilasciato ed ha dichiarato ai microfoni di Europe 1 che il figlio "non è mai stato un terrorista, che non andava mai alla preghiera ma restava a bere" concludendo con uno stigmatico "ecco dove si arriva sotto l'effetto dell'alcol e della cannabis". Le indagini si stanno pertanto focalizzando sulla pista della dipendenza da alcol e droghe e il procuratore François Milloins ha fatto sapere sabato sera che in casa di Zyed sarebbero stati anche ritrovati alcuni grammi di cocaina. L'esito dell'autopsia, prevista per ieri, domenica 19 marzo, sarà quindi essenziale per la definitiva archiviazione del caso.