fine vita, eutanasia: nelle storie al centro dell'interesse mediatico e diventate parte della memoria collettiva (si pensi ai casi italiani di Eluana Englaro e a quello di Giorgio Welby fino all'ultimo di dj Fabo) è accaduto che i medici mantenessero in vita, oltre ogni ragionevolezza, persone in situazioni disperate o che non volesse più vivere.

Ora che l'opinione pubblica è stata giustamente scossa e sensibilizzata oltremodo dal caso del dj Fabo che è andato in Svizzera per ricevere il suicidio assistito dal momento che in Italia l'eutanasia è illegale, balza alle cronache un nuovo caso altrettanto complesso e non meno doloroso.

Si tratta di Marwa, una bambina francese di origine algerina di soli 15 mesi, colpita a settembre da un virus fulminante, tenuta in vita artificialmente all'ospedale Timone di Marsiglia. In questo caso sono i medici che vorrebbero staccare la spina sostenendo che sia in corso un accanimento irragionevole, mentre i genitori della piccola si oppongono.

Marwa, medici contro genitori, caso terribile e doloroso

Ci sarà proprio oggi nel pomeriggio un'udienza a porte chiuse: il consiglio di Stato francese dovrà decidere confronto-scontro tra medici e i genitori di Marwa Mohamed e Anissa Bouchenafa, se la bambina debba essere tenuta in vita o meno. La bambina, colpita da un raro enterovirus che le ha causato danni neurologici definiti dai medici come gravi e permanenti, è ricoverata all'ospedale di Marsiglia dal 25 settembre 2016.

Viene tenuta artificialmente in vita: per i medici non c'è nulla da fare, si sta prolungando un accanimento insensato e bisogna staccare la spina. I genitori non la pensano affatto così, e si sono rivolti al tribunale amministrativo di Marsiglia che gli ha dato ragione.

A seguire l'equipe medica dell'ospedale ha fatto ricorso sottoponendo il caso, difficilissimo e terribile, al Consiglio di Stato.

I medici contestano ai genitori una 'irragionevole ostinazione' da parte della mamma e del papà di Marwa. La bambina ha subito danni irreversibili al cervello; dovrà stare attaccata ai respiratori per vivere e potrà alimentarsi solo con i sondini e secondo i referti medici, non è possibile stabilire se soffra. La piccola reagisce al suono della loro voce e se le toccano la mano, obiettano i genitori.

Per i medici si tratta di riflessi condizionati; per i genitori di prove che è viva.

Ora la giustizia è chiamata a decidere se interrompere o meno la vita. "Non possiamo sostituire l'autorità medica a quella dei genitori che si basa su un principio sacro", sostiene l'avvocato dei genitori di Marwa, Me Samia Maktouf. "Una decisione del tribunale a favore dei genitori potrebbe costituire un precedente", ammette al quotidiano Le Parisien Jean Leonetti, il deputato all'origine della legge francese sul fine vita nel 2005.

Questa legge stabilisce i principi dell'accanimento terapeutico e dà ai medici il potere di decisione finale. Nella maggior parte dei casi un accordo si raggiunge, i genitori si adeguano al quadro clinico presentato dai medici, ma non in questo caso.

'Non perdiamo la speranza', battaglia per Marwa

Sulla pagina Facebook Jamais sans Marwa, i genitori hanno avviato una petizione on line che ha raggiunto 240 mila firme, segnale dell'onda emotiva suscitata dalla storia. La pagina ha più di 90 mila iscritti e i video che posta il papà hanno anche più di 60 mila condivisioni. Il papà è riuscito a ottenere un prolungamento delle terapie che avevano portato a un miglioramento delle condizioni della figlia e per dimostrarlo ha anche diffuso un video on line e avviato una petizione. E altri ancora ne ha postati fino a qualche giorno fa.

A fine settimana è prevista anche una marcia per Marwa. Per i genitori, che si dicono consapevoli del fatto che Marwa abbia un handicap permanente e incurabile, la bambina come ogni disabile ha diritto a vivere. La mamma è determinata e annuncia che se necessario condurrà questa battaglia anche alla Corte europea per i diritti dell'uomo.