Stockisti.com e Console Planet, due siti di vendita e-commerce, sono al centro di un’indagine che ha portato le forze dell’ordine a oscurarli. Dieci sono gli arresti effettuati di collaboratori con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. I nomi, non noti, operavano nelle vendite on line. I due siti svendevano articoli elettronici, smartphone, console, giochi e iphone con sconti esagerati, molto più bassi dei prezzi correnti e di listino. Cosa che ha insospettito la Polizia e l’ufficio delle Dogane, da cui è partita l’indagine.

L’epilogo ha portato alla luce un’evasione fiscale di svariati milioni d’euro.

Gli arresti

Gli individui, posti a fermo, lavoravano attraverso questi siti, famosi e molto pubblicizzati sia su internet che al di fuori, non pagando l’imposta IVA dovuta. I soggetti, collegati alla stessa società, riuscivano in questo modo a operare sconti oltre il 20% su articoli appena immessi sul mercato. La polizia ha eseguito diciotto misure cautelari, ma in carcere sono finite solo dieci persone; i restanti otto soggetti sono, attualmente, latitanti e non reperibili. Le accuse, con cui la Polizia di Stato ha proceduto all’arresto, sono di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, attività fraudolenta, truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale continuata.

Le prove raccolte

Le indagini sono partite dalla Polizia Postale che ha notato un movimento consistente mancante di una certificazione chiara e una vendita continuata. Iniziando a monitorare le vendite e ad intercettare i pagamenti, di solito con incoerenti, e la mancanza dell’Iva versata. Si è fatta luce su un’azienda con sede a Malta.

La società maltese usava il metodo della scatola vuota. La sede all’estero operava in Italia rinominando ogni anno una seconda società concessionaria. In questo modo riusciva a rendere difficili i controlli al fisco italiano e all’agenzia delle Entrate. Un movimento che coinvolgeva tre commercialisti e vari collaboratori fiscali.

L’evasione fiscale

Una volta riusciti a reperire i documenti e a raccogliere le prove, si è proceduto all’arresto. La Polizia Postale ha provveduto ad oscurare i siti e a stimare un affare da 250 milioni di euro dalla data in cui operavano, il 2012, e un’evasione fiscale di 50 milioni di euro. Per seguire l’evolversi dell’indagine premi Segui in alto vicino al titolo.